Scelgo il momento della giornata di riflessione elettorale per chiudere i ragionamenti fatti due post fa. Oggi vorrei dedicarmi velocemente ai tre veri giocatori della partita ossia il PD, la galassia di Monti, Berlusconi. Finirò anche per parlare delle ruote di scorta: la Lega e Sinistra Ecologia e Libertà, partiti che non esprimono un candidato premier ma che fanno da tristi sodali dell’uno o dell’altro.
Bersani è accreditato come il vincitore, relativo, della due giorni che inizia domani. Non è un risultato difficile da pronosticare. Il PD è cresciuto perché del bipolarismo è rimasto l’unico pilastro dei due in piedi. Votare PD significa votare una melma informe che ha in sé tutti gli esponenti giusti per accontentare chiunque abbia un cuore che non batta per il centro destra. Si tratta del partito ideale per la maggioranza degli italiani. Perché il PD è fortemente sintonizzato sulla mediocrità. Dentro c’è di tutto. Proprio per questo ogni tanto perde qualche pezzo che fonda partitini più o meno duraturi. Un esempio è l’API di Rutelli sparita velocemente. Dai tempi di Prodi in poi è in grado di intercettare i voti che vanno da ex rifondaroli cresciuti a frequentatori di Azione Cattolica. Un partito contenitore che va benissimo nei momenti di crisi, nei momenti in cui le idee sono poco chiare. Si tratta di un partito rassicurante perché vago. Mi fa pensare al Partito Rivoluzionario Istitutuzionale messicano. Perché è un partito camaleonte che ha istituzionalizzato ogni forma rivoluzionaria della tradizione social-comunista e – nonostante ciò – mantenuto quella dimensione “di Sinistra” che in realtà non ha più. Nella pancia ha la borghesia ricca delle grandi città, i “pariolini di sinistra” romani e gli amici di Ambrosoli a Milano. Ceto medio-alto che si mischia poi al ceto medio-basso dell’impiego pubblico. Ma anche una buona fetta di imprenditori intelligenti che han capito dove tira il vento. Un partito di mediocri, a volte supponenti ed arroganti come la Finocchiaro e Renzi, fintamente democratici come la Bindi, con nuove leve bellocce e furbe come la Moretti. Su tutta questa mediocrità regna sovrano Bersani dotato del carisma di un barista emiliano e di una chiarezza di idee basata sulla mentalità da strapaese. Questa gente vincerà perché dicono tutto ed il contrario di tutto. Parlano male degli F-35 ma sono loro che hanno cominciato il processo di acquisto. Ma cosa ancora più disgustosa hanno votato la legge sul futuro degli armamenti in Italia proposta dal ministro nonché ammiraglio Di Paola. Il PD è un partito di scandali affossati e taciuti, senza alcuna ideologogia, approssimativo in economia e cialtrone sui temi più importanti. Vincerà perché la maggioranza del Paese è fatta di mediocri che continuano a salutare calorosamente il vicino di casa sul quale mandano lettere anonime alla Procura della Repubblica locale. Consigliato a chi vuole sentirsi impegnato per il cambiamento con la giusta doce di ipocrisia e malafede.
Monti è un miracolato della politica che ha fatto finta per un anno abbondante di essere estraneo alla politica. Ha servito tutti: da De Mita, a Berlusconi, da D’Alema a Giuliano Amato. Dentro i gangli della politica italiana degli ultimi quaranta anni è stato il tentativo già riuscito con Ciampi: trovare un finto tecnico che levasse le castagne dal fuoco. Ma, mentre Ciampi sapeva stare alle regole e, dopo aver compiuto la sua missione negli anni ’90, si ritirò prendendo come premio la poltrona di Presidente della Repubblica, Monti ha sparigliato. Ossia ha fondato un movimento che si appoggia al più truce esempio di inettitudine politica: l’UDC di Casini. Portatore di un senso politico da vero e proprio “servo” ha la sua massima espressione in questa attività. Il suo atto politico è sempre susseguioso verso il potere che si ritrova ad affrontare. Si chiami Germania, Fondo Monetario, Banca Europea, Monti riceve ed esegue ordini. Ben attento poi a portare il più velocemente possibile all’incasso la sua presunta fedeltà. Perché poi, a guardarne bene l’attività politica, Monti non ha nessuno problema a contraddirsi, a introdurre tasse che definisce indispensabili e poi a dichiararne la possibilità di metterle da parte. Ha la capacità indubbia di fare gli interessi dell’alta borghesia che rapprresenta, che non vuol tassare, che non vuol toccare. Ma contemporaneamente è un maestro nell’attaccare le lobbies che non rappresenta. Il che significa che fa parte di una casta che cerca di far franare le caste avversarie (avvocati, farmacisti, etc.) per darle in pasto all’indignazione generale e continuare a farsi i fatti propri. Il suo concetto di meritocrazia è sempre sbandierato in astratto. La sua correttezza è più apparente che reale: suo figlio è finito a fare anche il dirigente in Parmalat assunto da quel Bondo che poi lui ha nominato coordinatore delle spending review. Insomma uno schifo ma uno schifo molto ben educato. Consigliato a tutti coloro che hanno almeno 300.000 euro annui di guadagno e alle signore anziane che amano essere derubate con buona educazione.
Berlusconi è una opzione di voto per i nostalgici del rutto libero e birra a fiumi davanti ad una bella partita di Champion’s. Se alla fine dei conti rispetti a dieci anni fa state economicamente meglio lo dovete a lui. Perché allora non dovreste rivotarlo? Se amate le stesse cose che ama lui: tette, culi, donne in puro “zoccola style”, film da Neri Parenti, macchine di grossa cilindrata. Se riuscireste a essere felici anche se il resto del mondo vivesse in un deserto post nucleare lui è il vostro leader. Inossidabile, circondato di servi e di donnine facili vi promette di tutto e lo promette a tutti. Voi avete almeno un milione di buoni motivi per sapere che sta mentendo ma sapete bene che lui mente in modo più spudorato e clownesco di ogni altro. E questo vi piace. Perché vi piacerebbe avere i suoi soldi e tutto quello che si concede con i soldi. Una persona sana di mente non lo voterebbe mai. Però va benissimo per tutti quelli che nell’urna depositano il voto come fosse un gratta e vinci.
La Lega e Maroni sono all’ultima spiaggia di un partito fatto di corruttela e di coinvolgimenti discutibili. L’ultimo tentativo, in collaborazione con settori di CL, è quello delle macroregioni. Insomma Piemonte, Lombardia e Veneto messe insieme cone blocco per trattare con qualsiasi governo arrivi. Non sono barbari sognanti ma ragionieri di paese che contano i biglietti da 50 da portare in Tanzania alla faccia di “negher”. Non hanno più niente da dire a nessuno e non hanno alcuna caratura morale per dire alcunché. Buoni per i nostalgici e per imprenditori locali bisognosi di aiuti per non chiudere fabbriche gestite con la testa aziendale di un asino.
Vendola e Sinistra Ecologia e Libertà è il partito che forse ha prodotto il più sensato programma di governo ma ha firmato la carta di intenti del PD. In un Paese che se ne frega dei diritti civili ha preso il testimone perduto dalle mani invecchiate di un Marco Pannella invecchiato e conseguentemente rincoglionito. Ma – al di là di questo – Vendola non ha niente da dire. Una volta risolta la noioisissima questione delle coppie gay, delle adozioni delle copiie gay, della parità dei diritti dei gay e di qualsiasi altra cosa che riguardi i gay, SEL è destinata a sgonfiarsi come un soufflé. Perché sui temi slegati ai diritti civili non ha forze interene intellettuali in grado di fare ragionamenti autonomi. Il suo è tutto un appoggiarsi a Don Gallo, a tizia e caia. Con una fastidiosa abitudine retorico-dialettica da professorino meridionale salito in cattedra per sentire l’effetto che fa sul pubblico la costruzione sitattica astrusa. Vendola è sincero ma parolaio e attorno a lui c’è tutta una vecchissima cerchia di vecchi tromboni post-comunisti che è riuscita a riciclarsi. Se vi sentite rapprersentati da pasionarie dei diritti umani, da gay di provincia, avete ottimi motivi per votarlo. Ma se vi fermate a considerare se i vostri interessi – al netto della stucchevole retorica vendoliana – verrebbero tutelati avete 90 probabilità su 100 di rispondervi no. Perciò se non siete gay, donne-donne, professori rivoluzionari di scuola media, fancazzisti senza una precisa collocazione nella vita … potete evitare di votarlo.
Sento qualcuno che adesso si domanda, “ma tu per chi voti”? Io passo amici miei, al massimo se mi capita di passare dalle parti del seggio annullerò inequivocabilmente la scheda. Tanto i risultati li conosco. Bersani al primo posto, Grillo al secondo, Berlusconi al terzo e Monti sotto il dieci o appena sopra (ma dubito) al quarto. Io passo amici miei tranto entro l’anno o al massimo inverno prossimo toccherà rivotare.