In una intervista al giornale “Handesblatt” (il giornale della Confindustria tedesca, Jorg Asmussen, della BCE, ha dichiarato “la Grecia deve essere cosciente che non c’è alternativa al programma di riforme concordato se vuole rimanere un membro dell’Eurozona”. Tsipras, il leader del partito di sinistra Syriza ha già indirettamente replicato dichiarando: “Alcune persone intepretano le elezioni come il risultato di un voto di malcontento. Si tratta di un errore: è stata una scelta matura e cosciente”
La Grecia si dice alla BCE è ingovernabile, in realtà non era governabile neppure prima delle elezioni. Il consenso per i partiti di governo e per il piano di folle austerità era inesistente. Ma assistiamo ad una inversione delle cose tipica dei liberisti. La realtà è che la Grecia è ingovernabile per precisa responsabilità della BCE. Si è ridotta la Grecia a quello che fu la Germania dopo la Prima Guerra Mondiale con il demenziale trattato di pace. La responsabilità dell’arrivo al potere del nazismo nel 1933 fu direttamente causato da quella crisi economica e sociale imposta da pretese finanziarie assurde. Oggi lo stesso metodo è stato applicato alla Grecia. Probabilmente entro l’anno laGrecia finirà il suo tormento e uscirà dall’Eurozona e sarò un bene.
In Francia ha vinto Hollande. Ed è da questa novità che gli osservatori si aspettano le conseguenze principali. Hollande ha tra le mani un dato che conoscono tutti: l’austerità sta producendo ancora più austerità e non sta riducendo i debiti pubblici. Dal 2008 (e secondo l’FMI almeno sino al 2013) non solo non calerà ma continuerà a crescere in Irlanda, Italia, Spagna e Portogallo. I dati della disoccupazione sono drammatici. La crescita è prevista dello 0,5%. I partiti estremisti sono in crescita ovunque. L’Europa è un impero tedesco e il covo di liberisti che lo anima sta distruggendo l’Eurozona dando la colpa ai Paesi in crisi. Hollande non riuscirà a spostare di un centimetro i tedeschi, nonostante le dichiarazioni fatte in campagna elettorale. Perché i tedeschi non hanno nessuna intenzione di cambiare una politica che li vede vincenti. Come ho detto molte volte: i tedeschi stanno aspettando di ridurre l’importanza dell’Unione Europea come mercato di sbocco dei loro prodotti. Hanno bisogno di tempo ma ci riusciranno. Quando almeno il 60% delle loro merci avrà una destinazione diversa dall’Eurozona potranno abbandonarla senza problemi. Perché Hollande deve ricordarsi che l’Unione Europea fu creata per volontà di Mitterrand. E’ stata la Francia che ha voluto l’Europa unita. La Germania ha accettato perché otteneva in cambio la riunificazione.
Una volta riunificata la Germania ha ripreso la politica che ha provocato due guerre mondiali. Il ruolo tedesco – al di là della retorica non è quello di un collante che unifica l’Europa: la Germania è da cento anni un pericolo costante per l’Europa. Con una tendenza alla crescita compulsiva ed una fascinazione per l’Est, i tedeschi hanno divorato in pochi anni le economie dei Paesi vicini: Ungheria, Boemia, Slovacchia, Polonia costruendosi lo “spazio vitale” (Lebensraum) che da oltre un secolo inseguono. Non ci sono riusciti nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, non ci sono riusciti con gli Stuka nella Seconda, ci stanno riuscendo ora. E non sarà Hollande a fermarli.
Italia. Siamo alle comiche. Il ministro piangente Fornero alla assemblea di Confcooperative dichiara che “siamo in ritardo nell’attenzione ai più sofferenti e ai più deboli. Qui ammetto qualche mia responsabilità”. Come dire che la politica di macelleria sociale non sta dando esiti sperati a parte la morte per suicidio di imprenditori e disoccupati. Ma non commento troppo quel che dice la Fornero: è abbastanza chiaro che sia una irresponsabile dotata in misura prevalente di arroganza. Il tutto mentre sta venendo al pettine la questione Monte Paschi. E verrà al pettine anche il nodo Banca Intesa e quello Unicredit. Cioé la pentola del disastro delle tre principali banche italiane gestite in modo folle ma riempite di quel denaro che dovrebbe servire alla gente dalla BCE.
Mentre il governo Monti balbetta e colpisce a caso ci sono state le elezioni. Se è vero che le amministrative non sono uguali alle politiche i dati sono chiari. Non esiste più il PDL, la Lega ne esce con le ossa rotte e ci metterà (se tutto dovesse andargli bene) dieci anni per risollevarsi. Il PD è in agonia perché la salute non si misura con il fatto che perde poco. In realtà quando lo schieramento opposto crolla in modo così rovinoso sono i partiti di opposizione che ne approfittano. In realtà al PD non è andato nulla perché non rappresenta una alternativa. Il cosiddetto Terzo Polo, la esilarante creatura dei tre più incapaci leader italiani: Rutelli, Fini e Casini, è morta sul nascere. Voleva incamerare il voto moderato in uscita dal PDL e non ha preso nulla. L’unica novità sono i Grillini. Ma è una novità gonfiata ad arte perché in realtà il movimento del guitto Beppe Grillo non ha alcun futuro. Siamo governati dai professori universitari e l’alternativa del Movimento 5 stelle è una alternativa di cartapesta, facilona, impreparata, demagogica. Ma non ammettere che sia stato un boom di consensi è una stupidaggine. Rimane la Sinistra alternativa. Ma anche qui siamo nelle nebbie. I cascami di Rifondazione e della Federazione della Sinistra non raccolgono pressoché nulla. Vendola ancora non ha deciso se rimanere nel carrozzone del PD o distinguersi e caratterizzarsi. Ed è proprio questa ambiguità che impedisce a Sinistra Ecologia e Libertà di crescere in consensi.
Il conto è presto fatto. A livello europeo non aspettiamoci molto da Hollande. A livello italiano siamo nella peggiore situazione desiderabile: un governo di tecnici che ha la necessità di chiamare altri supertecnici (Bondi, Amato, Giavazzi) che ben poco sanno di quel che devono fare. Abbiamo un bravo liquidatore di aziende di 78 anni che dovrebbe risanare (o liquidare) la macchina dello Stato. Un ingegnere elettrico passato all’economia e un vecchio dottor sottile. Non serve Crozza per capire che è ai limiti del ridicolo che un governo di tecnici chiami altri tecnici per risolvere i problemi.
In tutto questo – grazie ai liberisti di noantri – si continua a vendere agli italiani una ricetta economica sbagliata, stupida e priva di senso. Di fronte alla crisi si continua a straparlare di liberismo. In questo Paese qualunque cretino può recitare il mantra delle “liberalizzazioni e privatizzazioni”. Nessuno viene dichiaratyo fuorilegge per le scemenze che dice. L’unica cosa fuorilegge sembra essere Keynes, ovvero le uniche risposte economiche che hanno salvato il capitalismo da se stesso negli ultimi cinquant’anni.