Guardando a quanto succede in Grecia mi viene da pensare spesso, ormai sempre più spesso, a cosa può fare un cittadino quando il proprio governo agisca contro gli interessi della collettività. La notizia di ieri è che il nostro presidente del Consiglio dei Ministri, professor Monti, ha firmato in pompa magna un accordo che cambierà la nostra Costituzione inserendo l’obbligo del pareggio di bilancio. Abbiamo fatto contenti i protestanti tedeschi e piegato la testa alla perdita di un altro pezzo di libertà. Evidentemente a Berlino si decide cosa debba essere scritto nella nostra Costituzione.
Esiste per un popolo i cui diritti sono stati violati il diritto a ribellarsi? Quando lo Stato non è più espressione dell’interesse comune è giusto insorgere? E’ un nostro diritto? Quando ho sentito le notizie che declamavano la firma dell’accordo ci ho pensato. Ho pensato che può anche andar bene che – per sottomissione ai tedeschi – si inserisca questo obbligo di bilancio in Costituzione. Ma ho pensato che se il costo di sacrifici, lacrime e sangue dovesse diventare intollerabile dovremmo avere anche il diritto a ribellarci ad uno Stato massacratore della felicità di suoi cittadini. E ho pensato che questo diritto dovrebbe essere – lui pure – sancito dalla Costituzione.
Il caso ha voluto che in un convegno che trattava un’altra materia, il relatore citasse questo diritto alla resistenza. Un rapido accenno che ho cercato di approfondire. Ho scoperto così che l’articolo 50 della Costituzione – diventato poi l’attuale articolo 54 – aveva un secondo comma poi scomparso. Il comma recitava:
« Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino »
Meraviglioso non trovate? Questo comma scomparso diceva che noi, liberi cittadini di uno Stato democratico abbiamo il diritto a ribellarci di fronte ad uno Stato che viola i diritti fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione. Pensateci un attimo: è diritto di ognuno di noi perseguire la felicità el rispetto di quella altrui? Io credo di sì. E credo che questo diritto si eserciti attraverso il frutto del proprio lavoro. Ed il lavoro è garantito, è anzi base su cui si fonda la nostra Repubblica e la nostra Costituzione. Oggi il nostro Stato pone come prioritario, come più importante di altri diritti il dovere del pareggio di bilancio. Senza specificare quale sia il prezzo tollerabile per ottenere questo risultato. Si può affamare la gente, licenziarla senza giusta causa, ridurre in povertà le persone, umiliarle nella loro dignità per raggiungere il pareggio di bilancio?
Per i tedeschi si può. Ed è quello che i tedeschi hanno fatto ai greci. Quel che stanno facendo sino a togliere a quel popolo la dignità di autogovernarsi. Non c’è un limite, l’importante è che si raggiunga il pareggio di bilancio. Allora mi permetto di sognare. Mi permetto cioé di pensare che dovremmo tutti chiedere che si accetti il diktat tedesco al quale Monti (un tecnico che non dovrebbe neppure sognarsi di toccare la Costituzione) si è inchinato.Ma dovremmo anche chiedere che quel secondo comma venga ripristinato. Ci venga cioé riconosciuto esplicitamente il diritto alla ribellione.
“La resistenza all’oppressione è diritto e dovere dei cittadini” … più lo rileggo e più mi convinco che le piazze greche avrebbero bisogno di questo articolo scomparso dalla nostra Costituzione. Più lo rileggo e più mi convinco che – forse – l’unica vera battaglia politica che dovremmo fare oggi è questa: chiedere che questo articolo scomparso della Costituzione venga ripristinato. Perché nessun tecnico con il suo operato possa favorire non i cittadini ma gli speculatori, le forze economiche, gli interessi di pochi a danno del diritto di pochi. Su questo sì farei una raccolta di firme. Sul diritto a resistere al potere.
studentslaw ha detto:
Reblogged this on Su Seddoresu.
Tommy ha detto:
Da “UPRISING – Squilli di Rivolta 10 marzo 2011
http://go.to/freebooter
…
“Se vogliamo considerare la legalità costituzionale, anche dal punto di vista strettamente giuridico, il popolo ha il Diritto all’Insurrezione.
Nei patti internazionali sui diritti umani non si parla di insurrezione, ma di autodeterminazione; infatti ai sensi dell’art. 1 comune ai due Patti (quello sui diritti civili e politici e quello sui diritti sociali, economici e culturali), primo comma, si afferma che tutti i popoli hanno diritto a disporre di sé stessi e che in virtù di tale diritto essi determinano liberamente il proprio sviluppo economico, sociale e culturale. Il diritto internazionale generale, dal canto suo, non è contrario alle rivoluzioni, sempre che i nuovi ordinamenti siano contraddistinti dal requisito dell’effettività, cioè della garanzia dell’applicazione del diritto.
Anche al di là di queste ed altre codificazioni esplicite, occorre ritenere che il diritto all’insurrezione costituisca espressione di un principio generale del diritto. Esso veglia al rispetto degli ordinamenti costituzionali che a loro volta affermano e custodiscono i diritti del popolo. L’alternativa è, in alcuni casi, fra il suicidio e l’insurrezione. Basti pensare alla mancata applicazione dell’art. 4 della Costituzione italiana, secondo il quale la Repubblica riconosce il diritto dei cittadini al lavoro e promuove le condizioni affinché tale diritto sia reso effettivo.
Ma che sistema è questo che non permette la soddisfazione neanche dei diritti più essenziali alla vita? Sicuramente è il caso di cambiarlo. E l’insurrezione, resta, ovunque, uno strumento legittimo per farlo, sempre che sia possibile constatare che il governo viola i diritti del popolo, cosa sulla quale del resto non vi sono dubbi.”
….
icittadiniprimaditutto ha detto:
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Igor ha detto:
Come sempre grazie per gli spunti di riflessione mai banali 🙂
Ecco i miei 2 centesimi su un pezzo di storia che mi mancava, ma che come sempre qualcuno ha pensato di tenere vivo in rete.
http://www.uonna.it/diritto-di-resistenza-nella-costituzione-italiana.htm
Pietro ha detto:
Sono finito sul vostro blog per caso, scusate l’irruzione.
La costituzione greca, a differenza della nostra, prevede il diritto di ribellione per il popolo: Art 120, 4.
4) L’osservanza della Costituzione riposa sul patriottismo dei greci, che hanno il diritto e il dovere di resistere con tutti i mezzi contro qualsiasi persona che ne tenti l’abrogazione con la forza.
a presto,
Pietro