Non sono una economista. Lo premetto, con un certo orgoglio, perché non vorrei che mi si rimproverasse di non aver scritto una recensione “tecnica” del libro “Il tramonto dell’Euro” di Alberto Bagnai. Ciò premesso non sono neppure Alice nel paese delle meraviglie e qualcosa mi riesce di capire sull’argomento. Altra premessa, più che concentrarmi su tesi contrapposte (keynesiani, neoliberisti, sovranisti, etc.) vorrei soffermarmi su alcuni aspetti mediatici che questo libro e il blog dietro al quale è cresciuto mettono in luce.
Lo ammetto: seguo Bagnai sul suo blog dall’inizio delle sue pubblicazioni (2011) ma non ho mai postato alcun intervento. Ho continuato a seguirlo perché mi sembrava, e penso di non aver giudicato male, che giorno dopo giorno stesse diventando un fenomeno rilevante della Rete. Oggi Bagnai comunica di aver raggiunto i cinque milioni di contatti. Fossero anche tre sarebbero stupefacenti. Come è stupefacente che nel giro di due anni Bagnai sia riuscito a imporre un argomento del genere in un Paese che non ha mai (potuto) mettere in discussione l’Unione Europea in modo serio e costruttivo. Non che Bagnai sia solo. Libri che trattano lo stesso argomento ne sono usciti, penso a quello di Marino Badiale, Mario Seminerio, Jacques Sapir e altri. Ma “Il tramonto dell’Euro” rimane un caso speciale del tutto a parte.
La prima ragione che rende il libro e l’autore un “caso speciale” è il suo ricollegarsi alla tradizione polemistica ottocentesca nel campo dell’economia. Karl Marx menava fendenti potentissimi nei suoi scritti all’indirizzo di economisti che giudicava privi di talento e di acume. Dall’altra parte della barricata non mancavano risposte altrettanto al vetriolo. Tradizione polemistica che è diventata quasi un tutt’uno con la professione di economista. Le battutacce di Keynes e quelle di von Hayek dall’altra parte della barricata sono state numerose e – spesso – memorabili. In questo senso Bagnai rimane, autorevolmente, nel solco della tradizione. Molti trattano oramai il tema dell’uscita dall’Euro ma pochi raggiungono Bagnai nella capacità di polemizzare anche sanguinosamente.
La seconda ragione che rende speciale il libro è che la tesi di fondo non è complicata da capirsi. Lo dice sin dall’inizio l’autore stesso: l’Eurozona non è in crisi per il debito pubblico accumulato ma per il debito estero. Debito estero che, in un decennio di moneta unica, sarebbe andato a gravare sui Paesi meridionali a tutto vantaggio di quelli settentrionali della Unione Europea. Perché? Perché l’Euro, così come è stato concepito, è portatore di una rigidità insostenibile in un quadro di economie diverse per competitività.
La terza ragione è che il libro – al di là dei suoi contenuti – è qualcosa che si inserisce in un progetto di comunicazione (conscio o inconscio, spontaneo o programmato, non saprei dire) a più vie. Le altre vie sono come si è già detto il blog e la incredibile mobilità attivistica di Bagnai. Basta guardare su YouTube per imbattersi in Bagnai che partecipa a conferenze organizzate dalla Sinistra antagonista, dai monarchici, etc. Bagnai parla con tutti – a dire il vero anche con persone e movimenti imbarazzanti – perché il suo messaggio vuole essere interclassista. Il dato interessante è che l’autore usa un lessico provocatorio, ruvido, cattivo e quindi divisivo ma il messaggio ha fortissimi contenuti unificanti. Qualcuno potrebbe dire che non si tratta di una novità assoluta. Anche Grillo e il suo movimento adottano una tecnica del genere in apparenza. In realtà Bagnai non attacca una “kasta” non meglio identificata e si qualifica come un signore che sa di cosa parla. Non è una mia critica personale ma è evidente che Grillo e il suo movimento hanno invece dato l’impressione di essere incapaci di elaborare discorsi complessi e efficaci.
Ruvidezze a parte il libro si rivolge direttamente al lettore ma lo inquadra già in una pluralità con l’uso del “voi”. Il che è più tipico di una scrittura a pamphlet di tipo anglosassone che non di un ragionamento all’italiana. Può essere letto come atto ruffianesco o come manifestazione dell’ego, fatto sta che Bagnai decostruisce il suo essere “autore” usando un linguaggio che avvicina il lettore. Allo stesso modo i particolari autobiografici (del tutto non funzionali alla tesi del libro) funzionano per creare complicità e vicinanza.
Il punto forte del libro (per chi, come me, non è addentro alle segrete cose dell’economia) è il tono colloquiale che Bagnai usa anche a costo certe volte di semplificare. Ma l’autore riesce, nella parte intitolata “Cambio fisso, cambio flessibile, moneta unica” a fornire in modo divulgativo ed efficace concetti economici che non è scontato presumere acquisiti dai lettori. L’abitudine al colloquio sula Rete deve aver fatto capire a Bagnai l’utilità di alcune tecniche di dialogo.
La mia scarsa preparazione in materia mi impedisce di capire bene la parte riguardante le Aree Valutarie Ottimali ma da quel che ho letto qui e lì mi pare che Bagnai ci faccia un po’ troppo affidamento. E questo mi pare un punto debole del suo argomentare anche se, bisogna ammeterlo, usare l’acronimo Oca e stressarlo in modo da farcela vedere questa benedetta oca è effettivamente ben trovato. Ho dei dubbi anche su un certa crocifissione di Beniamino Andreatta che Bagnai secondo me semplifica un po’ troppo e, forse affrettatamente, fa diventare il capo di una congiura.
Il punto più interessante – Bagnai metterebbe anche me tra la schiera degli “eurosognatori” evidentemente – sono le proposte per il dopo. Ossia: ammesso e per di più anche concesso che Bagnai abbia fatto nelle pagine precedenti un discorso sensato e condivisibile, che succede dopo? E per dopo intendo dopo l’uscita dall’Euro? E sì perché arrivata a più di metà libro (Kindle segnala “posizione 3800 di 6608”) è questo che mi chiedo. Mi pare di capire che per Bagnai uscire dall’Euro non corrisponda necessariamente all’uscita dal mercato comune europeo (“Se si ritiene, come chi scrive, che l’integrazione economica europea sia un valore da perseguire, il percorso giusto è ancora oggi quello che ci additavano gli economisti degli anni Cinquanta e Sessanta: abolita l’abberrante integrazione monetaria, ricominciare dall’integrazione delle economie reali, cioè dei mercati del lavoro, dei sistemi previdenziali, dei sistemi educativi, mantenendo fra le economie nazionali quei normali presidi dati dall’autonomia delle politiche fiscali, monetarie e valutarie”). Bagnai dice anche che “cooperazione e coordinamento possono realizzarsi anche senza integrazione” e sembra suggerire l’opportunità di riportare le lancette della Storia indietro e ricominciare – pazientemente, senza fretta e nel rispetto delle diversità – un processo che potrebbe esser a questo punto anche di integrazione se svolta secondo tempi e metodi sostenibili. In caso contrario – mi par che dica – ce ne faremo tutti una ragione perché l’Italia “ha più risorse ed energie per affermarsi sul panorama dell’economia globale di quanto un’informazione distorta a beneficio di interessi esterni voglia farci credere”.
Cerco di concludere. Comincio dai punti di forza del libro: Bagnai è convincente, sa indubbiamente ciò di cui parla, ha una buona capacità comunicativa e scrive un italiano corretto (non sempre ma più della media di quello che si legge). Rispetto ad altri suoi colleghi è meno teorico e comunque non si nasconde dietro il dito della professione.
I punti di debolezza – a mio avviso – sono in primo luogo un eccessivo ottimismo sul “dopo”. L’impressione è che Bagnai “la faccia più facile” di quanto sarebbe non perché i suoi ragionamenti economici siano fallaci ma perché sono SOLO ragionamenti economici. Manca completamente (e qui mi sento di essere d’accordo con Ars Longa) una analisi del capitalismo o, meglio, Bagnai non mette minimamente in discussione alcun meccanismo del capitale. La crisi non è valutata nei termini ampi che – a mio modesto avviso – meriterebbe. Bagnai parla di una impresa che, oggettivamente, risulterebbe gigantesca. Ma solo in una visione di numeri e grafici. Sarà una deformazione professionale ma pensare che da questa analisi si lascino tranquillamente da parte tutte le questioni sociologiche, antropologiche e genericamente sociali mi riempie di perplessità. Mi rifiuto di pensare – probabilmente per un mio limite personale – che una operazione di queste proporzioni debba essere affidata esclusivamente agli economisti che, per di più, hanno fatto già troppi danni. Il rimprovero principale che muovo al libro è dunque che la sua è un’ottica ristretta e perciò in certi passaggi importanti semplificante e semplificatoria.
Ma questa debolezza probabilmente sta più all’autore che non al libro. Bagnai ha atteggiamenti complessivi pesantemente urtanti, al limite della cafoneria. Ha una concezione del mondo con pochissimi grigi e un ego imbarazzante. In più – o probabilmente per questi motivi – non mostra grandi capacità collaborative (polemizzare con coloro che sono su posizioni assai vicine alle sue mi pare improduttivo) e ha questa tendenza un po’ adolescenziale a vedersi come Batman (autonominarsi “er cavariere nero” è sintomatico): eroe solitario circondato però dall’affetto degli abitanti di Gotham City (ossia i suoi affezionati lettori del blog). Per farsi due uova in padella non c’è bisogno di troppi collaboratori per uscire dall’euro credo ce ne vogliano molti e soprattutto versati in discipline differenti e non solo economiche. Ma questo Bagnai non sembra capirlo, non so se per scelta tattica o per ripulsa emotiva.
Ciò detto il libro è da comprare e da leggere perché ha un suo valore tecnico e propositivo difficilmente discutibile.
PS. La recensione al libro di Bisin avrei dovuta scriverla io e questa su Bagnai, Ars Longa. Abbiamo invertito i compiti perché in primo luogo io non ho (ancora) polemizzato con Bagnai (e non ho intenzione di farlo, perciò i supporter si astengano dal lapidarmi nei commenti). In secondo luogo perché tra la scortesia cronica (Bagnai) e l’alterigia sotto la quale si agita il nulla (il libro di Bisin) preferisco di gran lunga la prima.
Ars Longa ha detto:
L’ho sempre detto che sei una persona troppo buona. Intanto il guru di Pescara con il suo solito frasario immaginifico ha pronunciato la sua fatwa:
“ognuno si suicida come crede. L’unico che non può farlo sei tu, Ars Longa, cialtrone cuor di leone, perché tu, politicamente, sei nato morto. Lo sei se gli ortotteri decidono di fare la cosa giusta, ma lo sei anche se decideranno di fare la cosa sbagliata, perché quale sia la tua iniziale gli italiani lo hanno capito, e di quella roba lì non ne vogliono più. Anche tu potevi fare la cosa giusta: stare al posto tuo, piccolo imbonitore di provincia! Hai fatto la cosa sbagliata. Mi dispiace).”
Sto ancora ridendo. Però, sotto sotto, gli riconosco una sua dignità anche quando spara a caso. Meglio un nemico come lui che la banda neoliberista.
bamaisin ha detto:
La fatwa la dovevi mettere in conto non è che gli hai spedito cioccolatini, ma la tecnica è sempre quella: prima ti manda le truppe cammellate con in mano il libretto rosso poi arriva la scomunica. Divertente il transfer psicologico che gli fa avere il coraggio di scrivere “piccolo imbonitore di provincia”, un classico della letteratura freudiana. E anche “quale sia la tua iniziale” ha spunti interessanti. Un certo arcaismo lessicale (“quale sia” per “qualunque sia” o è saltato un “che”?). Ma, soprattutto: dovessi mai decidere di abbandonare l’anonimato gli verrà un coccolone.
Naturalmente sul convegno di Lisbona tace e la butta in vacca per la gioia dei suoi cammellieri.
Comunque sia, buona o no, devi pagare una cena a ricompensa del fatto che mi son letta il libretto rosso.
Ars Longa ha detto:
Figurati se su Lisbona risponde. Era prima dell’illuminazione e anche del trasferimento ad altra sede. Another mind, another life. Più che transfer freudiano parlerei di una sparata a caso con annessa minaccia a sinistrainrete. Avendo capacità intuitive basse le utilizza per dare avvertimenti di sapore mafioso. E comunque no, non cesseremo l’anonimato ma non solo per non fargli venire il coccolone che hai evocato ma anche perché. così non si autocensura e sbraca del tutto.
Per la cena era ovvio che te la dovevo, di pesce al solito posto.
bamaisin ha detto:
Accettata la proposta. E comunque ti preannuncio che il prossimo pezzo sarà sul Financial Times per la gioia di uno dei portatori d’acqua senza cerebro che vengono qui per commentare là.
Ad maiora.
Massimo ha detto:
A me sembra che stia semplicemente delirando.
Ars Longa ha detto:
Ti sei perso l’ultima sparata: “Appena avrò un po’ di tempo, tornato dal concerto in Francia, schiaccerò queste viscide serpi sotto il mio augusto tallone. Sarà divertente, perché naturalmente l’umorismo di un povero campagnolo roso da una autolesionistica invida sociale non arriverà mai alla potenza distruttiva di quello di un homme de qualité.”. Un caso che sa di patologia in effetti.
bamaisin ha detto:
L’ultima in ordine di tempo è questa: “Infatti è uno di loro, ed è anche riconoscibilissimo, povero idiota. A proposito, visto che è anonimo, posso dirgli che è una vera merda d’uomo, giusto? Tanto mica lo diffamo: il suo nome (che io conosco, e anche voi) non appare. Sì, amico, so chi sei. Ma tranquillo, non mi interessi. Mi occuperò, nel tempo libero, dell’armata Brancaccioleone. Preparati, dai, schiuma, sputa il tuo torbido livore, facce ride, povero scemo…”. “Uno di loro significa” che ha deciso di inserirti nella sua personale tassonomia, tra quelli che chiama “marxisti dell’Illinois”.
Ora: tutto questo mi conferma quanto ho scritto in precedenza. Siccome è dentro la lotta ingaggiata per la supremazia non può che pensare che le obiezioni gli vengano dai soggetti che ha individuato come antagonisti nel quadro della sua azione di diffusione. Perciò esco convinta ancora di più della mia tesi. Le differenze sono state poste (ed anche bene e a sufficienza) perciò mi pare inutile rientrare nella spirale azione-reazione. Il che non significa non occuparsi più di Euro o Eurozona, significa semplicemente che si può rubricare nel vasto mondo degli “exitisti” senza entrare in dibattito e senza nominarlo.
Per rispondere all’ultimo intervento di Massimo: io mi rifacevo con la parola “copione” alla teoria psicologica di Eric Berne. Ossia non sto dicendo che stia seguendo una strategia completamente consapevole. Ovvero: non è un copione razionale.
Ars Longa ha detto:
Premesso che hai ragione riguardo alla prassi da seguire in futuro (ma ho già cominciato con l’OCSE) non sono né offeso né irritato. Il giorno in cui volesse ripetermi queste cose scrivendomi alla mia mail (visto che sa chi sono dovrebbe essere in grado di farlo) avrà una sua credibilità. Per ora è fuffa e fa parte della fatwa. Sono proclami per tenere alto il morale delle truppe cammellate: “il vostro capo sa tutto e a tempo debito regolerà i conti”. Il popolo applaude. Passiamo oltre. Magari me ne occuperò nuovamente quando Pescara uscirà dall’Euro.
Patrick ha detto:
Avrei una richiesta da porre: lasciate stare Bagnai, Bisin e compagnia cantante. Non ne vale la pena. Sarebbe bello girare pagina e tornare a leggere dei post interessanti che escano da questa follia generalizzata di signori strani che un bel giorno si svegliano e hanno la ricetta in mano fresca fresca. Siamo in un periodo storico nel quale qualsiasi cretino viene ascoltato purché dia la sensazione di avere in mano la soluzione pratica a tutto. Stiamo vivendo uno psicodramma collettivo nel quale una gran massa di persone prese dal panico ascolta qualsiasi scemenza. Non mi interessa sentir parlare di Bagnai, basta leggere le risposte che dà ai suoi commentatori per capire che è un signore entrato in una spirale di onnipotenza, ha litigato con tutti, ha insultato qualsiasi cosa si muovesse, si esprime come un predicatore del profondo sud dell’Alabama. Anche un cieco vedrebbe che ha quelle due o tre cartucce e le ha sparate tutte.
Bisin e tutti i suoi amichetti di NoisefromAmerika dopo FARE hanno perso qualsiasi credibilità. Potranno continuare a scrivere quello che vogliono ma non sono riusciti a fermare neppure il loro declino. Lasciateli stare. Lasciate stare la MMT, Barnard, i signoraggisti e tutta quella massa incredibile di venditori di soluzioni a buon mercato.
Ricominciate a scrivere dei post notevoli come avete fatto in passato (anche recentemente quello della Strange mi è piaciuto). Lo so, magari un post polemico vi fa impennare i click. Ma lla fin fine che ve ne importa? Meglio aprire la testa a tre persone piuttosto che confrontarsi con una massa di spiaggiati, di pazzi furibondi, di leccaculi che arrivano per servire il padrone di turno. Ci sono blog dove passare è un piacere, dove si trovano commenti che fano riflettere e, solitamente, sono dei piccoli blog, delle perle in mezzo al letame. Se restare un piccolo blog significa volare alto allora, per piacere, scegliete di volare in alto.
Just my cent.
Patrick
Ars Longa ha detto:
Credo che quel che dici sia decisamente saggio. Occorrerà rivedere il taglio e proporre effettivamente dei post forse più noiosi ma più croccanti. Forse ci siamo fatti prendere la mano e abbiamo inseguito troppo o qualcuno che dovrebbe essere inseguito dalla ambulanza della neuro o qualcuno che non ha più niente da dire. Grazie.
zelig ha detto:
Ciao. Sono uno di quelli della massa di spiaggiati, pazzi furibondi e leccaculi che ha cominciato a farsi venire qualche dubbio quando venne approvato l’obbligo di pareggio di bilancio in costituzione e allora scoprì il blog di Bagnai. Che gli è servito molto, vi piaccia o no. Per cui, visto che anche qui si scrivono cose piuttosto intelligenti vi pregherei di non entrare in simmetria con il carattere di m… di Bagnai (lo ammette lui stesso). Comincerò a seguire anche voi.
Savasandir ha detto:
Vi informo che sul noto e molto qualificato blog Come Don Chisciotte dicono che Ars Longa è “digiuno di economia”, che è un “ragazzino di yotube”,che “non si è data la pena di imparare neanche i rudimenti di macroeconomia ma apre bocca e da fiato”.
Potete leggere qui:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=61535
Vedi però che significa…A.B. ha trovato la chiave per farsi ascoltare e quello è indubbiamente un merito. Possibile che non ci sia un’altra via fra il mainstream e lo sbraitamento narcisistico? Un modo di comunicare efficace che non sia per forza o “persuasivo” o “seduttivo”?
Il problema è che se non lo si trova le buone idee non passeranno mai.
Ars Longa ha detto:
Ho visto il commento. Grazie. Però …. a parte il fatto che non gli siamo simpatici (e ce faremo una ragione) è un commento sconnesso da quel che DonChisciotte ci ha ripubblicato. Ossai sembra uno delle truppe cammellate che arriva, scrive la sua cosina indipendentemente dal mondo che gli gira intorno.
Però hai ragione, bisogna veramente trovare una via diversa per comunicare. Il tuo post e quello di Patrick ci devono fare riflettere. Grazie.
Savasandir ha detto:
La gente (che siamo noi) ha bisogno di ideali. Qualsiasi analisi economica è priva di senso se non si capisce a quale ideale tende. Alla fine, come vedete, si propongono sempre e solamente delle economie e delle politiche per “vivere” abbastanza benino; chi non è esperto di economia capisce solo “abbastanza benino”, pensa che alla fine quello è l’unico obiettivo “ragionevole”, gli hanno imposto di credere che “ragionevole” sia automaticamente “buono e giusto” e si spegne come persona.
La gente non cerca il vivacchiare; un popolo si muove e apre gli occhi solo se gli si fa capire che esiste qualcosa per cui varrebbe la pena di sacrificarsi e “morire” combattendo tutti insieme.
Massimo ha detto:
Però leggo sul forum che la stanno difendendo. Buon segno.
Truman ha detto:
Irradiazioni è linkato nella homepage di Comedonchisciotte, il che significa che gode di qualche stima. Poi gli utenti sono liberi di esprimere il loro parere. Certo, è meglio quando lo fanno motivatamente.
A parte questo, continuo a soffrire nel vedere che menti intelligenti che in vario modo si sforzano di ragionare su elementi di fatto, senza lasciarsi trascinare dai discorsi (spesso deliranti o surreali ) dei mass-media, litigano poi tra di loro per chiarire chi è la prima donna.
E così Bagnai non sopporta Barnard, Ars Longa gli fa le pulci, e così via.
Entro certi limiti va bene che ognuno si dia da fare per avere un seguito. Se restiamo chiusi nelle nicchie la situazione può solo imputridirsi ulteriormente.
Però a volte mi piacerebbe se si prendesse posizione nel modo più razionale: il nemico in realtà non è Bagnai, né Barnard (Mosler), Ars Longa, o Zibordi, …
In questo senso ringrazio bamaisin per aver evitato un’ulteriore inutile rissa virtuale.
Massimo ha detto:
Però Truman non è neppure giusto distribuire equamente colpe quando in realtà spesso è uno solo che si comporta piuttosto male (nei modi che ben conosci) e gli altri rispondono per reazione. Dimmi un po’ tu se ti sembrano equilibrate e responsabili o “scientifiche” le affermazioni di Bagnai che hai letto sopra. Non è che a furia di mediare poi si perde il metro? Possibile che non si riesca a fargli capire che il suo comportamento non è accettabile in una libera e franca discussione ne diventa motivo di divisione all’interno di un certo fronte? Come mai si finisce per predicare moderazione a quelli che subiscono certi torti o espongono documentati motivi di critica?
bamaisin ha detto:
Potrei dire a Truman: “le donne vi salveranno”. Provo a fare un ragionamento, poi magari mi dite cosa ne pensate.
Bagnai si è impegnato in una sua battaglia. Giusta o sbagliata importa poco qui. A prescindere dal dato caratteriale (ognuno ha il suo e lui non fa eccezione), per “vincere” si è imposto un ruolo – “recita un copione” direbbe Eric Berne. Siccome non è un grande comunicatore perché non lo ha mai fatto si è mosso come ha saputo/potuto. Ossia secondo il registro aggressivo. L’aggressività per certi versi lo ha portato al “successo” mediatico ed è risultata una strategia vincente. E cavallo che vince non si cambia. Poi è quasi naturale che ci si leghi a doppio filo al ruolo che ci si è creati, perché quelli che ti seguono alla fin fine “ti vogliono così”. Chiedetelo a Bob Dylan quante parolacce gli dissero quando un bel giorno cominciò a suonare la chitarra elettrica. Aggiungete che i peggiori litigi li ha fatti con gente che teorizza come lui l’uscita dall’Euro. Il che vi dice che – come in tutti i movimenti o gli pseudo-movimenti – i primi sfracelli avvengono sempre internamente per decidere chi sia o debba essere il “capo” o “il più autorevole”. Di qui le accuse agli altri di avere dei blog vuoti, di non contare niente. etc. In questa dinamica di “lotta di tutti contro tutti” a me pare, ma mi sbaglierò, che la polvere non si sia posata sul campo di battaglia. Non vedo lotte “teoriche” profonde. Vedo dissensi che, in un contesto, meno acceso sarebbero certamente oggetto di confronto. Ma, ora, nell’infernale meccanismo dell’azione-reazione non mi pare possibile. Certo che – come nota Masimo – il più acceso è Bagnai. Ma non potrebbe essere altrimenti: è lui che sta spendendo più energie ed è lui che ha più da perdere. Se si confrontasse seriamente oggi riconoscerebbe un valore a quelli che considera concorrenti. Ed ora non può farlo. Secondo me si sono dette qui alcune cose (possiamo anche dicutere se il tono fosse più o meno sbagliato) che dicono quali sono le distanze. Secondo me oggi uno spazio di confronto non c’è perché Bagnai sta facendo un suo lavoro di “purificazione del campo”. Comprensibili tutte le sue rigidità e persino comprensibili gli insulti (comprensibili non significa giustificabili) in questo quadro. Io direi: andiamo avanti con serietà nei nostri ragionamenti. Se poi qualcuno troverà utile insultarci ce ne faremo una ragione. Non mi spaventa, non mi inquieta. Magari poi s’accorgerà che non gli stiamo disputando l’osso e andrà a mordere qualcun altro.
Massimo ha detto:
La sua indagine sul personaggio ha qualcosa a che fare con i “lumi”, un indagine razionale del personaggio. Non può, a mio avviso, seguire un copione, una tattica, c’è molta passione e psiche in quello che fà, la tendenza all’insulto ed al disprezzo appare mediata da un linguaggio ricercato ma è purtroppo assai spontanea e costante, c’è un narcisismo difficile da simulare con la recita e mi risulta ci siano svariati morti “per fuoco amico” nella sua cerchia. Poi non è colpa mia se gli preferisco Brancaccio…. 🙂
filippo ha detto:
si potrà anche preferire brancaccio ma alla luce di 100 e passa acquisizioni di aziende italiane da parte di gruppi stranieri negli ultimi anni e Saccomanni che inizia a parlare di vendere ENI, ENEL, magari Poste e finmeccanica il rischio fire sales mi sembra una battaglia di retroguardia…
e riguardo la quota salari del PIL che potrebbe diminuire…se il PIL è la torta e la torta diventa ogni anno piu’ piccola, puoi anche avere una grossa fetta ma non ti sazia a sufficenza, giusto? fare subito qualcosa per cercare di aumentare le dimensioni della torta?
non entro nella analisi psicologica del guru, dico solo che da vicino nessuno è normale, poi che noi la sobrietà!
Ars Longa ha detto:
Beh però bisogna averne di faccia tosta per ripresentarsi da queste parti Filippo … com’era il suo tweet … ah: “ho provato a ragionare sul blog di ars longa,ma è un muro di pregiudizi..lo ringrazio cmq perchè dal suo blog ho scoperto lei“. “Lei” era ovviamente il guru di Pescara. Si risparmi di battere la testa sul nostro “muro di pregiudizi”, il masochismo non è una virtù, torni dal suo ispiratore.
filippo ha detto:
ehi ma l’NSA vi fa un baffo!
cmq che senso ha discutere con qualcuno con cui sei sostanzialmente d’accordo, io trovo che arricchisca confrontarsi civilmente con chi ha idee e background diversi.
poi si rinfaccia ad altri di non rispondere nel merito e le mie 2 cosiderazioni su brancaccio finiscono nel dimenticatoio per la mia opinione sui suoi pregiudizi, che non mi sembra del tutto campata in aria..
se vuole mi limiterò a leggere senza commentare in fututo, grazie lo stesso!
Ars Longa ha detto:
Tutto lavoro artigianale di monitoraggio.
Comunque:
1) le considerazioni su Brancaccio erano rivolte a me? Non mi pare, non vorrà che risponda io a tutti i commenti tra i lettori?
2) il confronto civile con chi non è d’accordo con me è sempre gradito, l’unica cosa che mi da un po’ fastidio è che dopo esser venuto a prendere il caffé da me qualcuno poi vada in giro criticandomi l’arredamento del salotto.
Visto che qui è tutto moderato e ciononostante lei continua ad essere pubblicato senza censure dovrebbe farle suonare un campanellino sia a proposito della liceità a postare e a non rimanere in silenzio, sia a proposito del “muro di pregiudizi” che c’è qui.
Citando il suo tweet volevo solo farle sapere che qui siamo meno sprovveduti della media. Non troppo ma quel che basta.
filippo ha detto:
Riguardo al postare, se so di essere ospite sgradito non voglio importunare nessuno, sono un cammello educato!
Io son sinceramente dispiaciuto che a causa di caratteri non proprio smussati non si riesca a minimizzare le differenze e trovare una sintesi comune sulle origini della crisi ed i passi da fare dopo per informare una platea sempre più ampia in TV, giornali e think tank di peso, in modo che la deflagrazione dell’area Euro, che credo avverrà per decisioni prese fuori dall’Italia, sia capita dalla maggioranza degli italiani, e possano decidere in modo consapevole cosa fare in seguito.
Non un partito politico, un movimento per dare gli strumenti culturali ed economici minimi per non votare con la monetina o con la fede cieca tipica degli ultras di una squadra di calcio…
Ars Longa ha detto:
Guardi le chiarisco le posizioni sul problema di minimizzare le differenze.
1) non ho negato che sarebbe meglio uscire dall’Euro. Perciò il nocciolo delle argomentazioni di Bagnai non è in discussione.
2) sono dubbioso sul “dopo” perché secondo me Bagnai la fa troppo facile.
3) diffido dell’interclassismo perché ogni episodio di interclassismo che ho visto o studiato si è sempre concluso con danni per la classe meno attrezzata.
4) voglio essere sicuro di chi sta dalla mia parte e certi nomi tra i firmatari del Manifesto pubblicato da Bagnai mi preoccupano.
5) trovo pericoloso addebitare il 99% della crisi alla moneta unica e temo che molti che oggi vogliono l’abolizione dell’Euro lo facciano solo per essere assolti o autoassolversi o per dare la colpa a qualcuno evitando di assumersi le responsabilità del passato.
6) sono laico e sono uscito da tutte le chiese religiose e partitiche da molto tempo, perciò ogni tentativo di creare movimenti acritici e fidestici con un capo e dei caudatari o truppe cammellate non mi piace.
7) per me la forma non può essere totalmente disgiunta dalla sostanza, perciò i modi di Bagnai non mi piacciono.
8) sostengo che la crisi è una delle crisi cicliche e sistemiche del capitalismo. Uscire dall’Euro senza uscire da un paradigma neoliberista per me è come riempire la vasca da bagno senza metterci prima il tappo. Quanto argomenta Bagnai non mi pare tocchi minimamente l’essenza del capitalismo. La sua critica (sulla quale peraltro concordo in larga parte) si appunta su un epifenomeno ma non mi dice cosa si dovrebbe fare del fenomeno (leggi capitalismo).
Ciò detto, al netto degli insulti reciproci, delle disistime e delle fatwa di cui mi cale molto poco. non è che siano differenze tanto semplici da minimizzare. In più credo che quanto detto da Bamaisin sia più che ragionevole: in questo momento c’è un magma caotico nel quale alcuni cercano di emergere come ispiratori a discapito di altri e Bagnai mi pare immerso in questa partita (e lui direbbe “voglio vincere”). Sta facendo una scelta quasi di militanza e perciò non è un clima adatto a “smussare”. Io l’ho detto e lo ripeto: non aspiro a ruoli di guida né di movimenti né in partiti, non aspiro alla celebrità (quella che ho mi basta), non voglio guadagnare più di quanto guadagno, non voglio consegnare il mio nome alla storia o alla Storia. Perciò mi limito a fare le mie considerazioni su di un blog nella consapevolezza che si tratta solo di bottiglie in mezzo al mare.
Riguardo al postare io non ho “sgradimenti” per nessuno. Ho solo detto che non bisogna essere in contraddizione con sé stessi o con la realtà. Perciò se lei pensa che qui ci sia un “muro di pregiudizi” e cionostante quanto scrive non subisce censure, dovrebbe quanto meno chiedersi se il suo giudizio abbia ragion d’essere. Se lei è qui per discutere senza assolvere al compito di far da truppa cammellata (e quindi si astiene poi dal criticare chi le ha dato ospitalità, cosa che me ne darà atto non è delle più raffinate) sarà ovviamente benvenuto.
Patrick ha detto:
Sto leggendo il libro anche se non con sistematicità. Se non ho capito male uno dei punti forti teorici è la validità del modello di Mundell-Fleming dell’optimal currency region. Insomma l’autore dice che l’Europa non era una area valutaria omogenea e che quindi sarebbe stato molto facile prevederne il disfarsi. A me non pare però che il modello di Mindell-Fleming sia pacificamente accettato. Immagino che sia nota la posizione dei neo-keynesiani ma anche i liberisti smontano la teoria. Provate a scaricare questo paper: “The failure of OCA analysis” che sta qui: http://mises.org/journals/qjae/pdf/qjae7_2_2.pdf Il che non significa che poi Bagnai abbia torto in toto (devo continuare a leggere per farmi una idea completa) certo però che questa “pietra miliare” del suo ragionamento mi sembra meno stabile di quanto non dica.
Ars Longa ha detto:
Due belle cannonate su Mundell in prima pagina: “1. The OCA theory is nonoperational and irrelevant in dealing with the
present international monetary situation. 2. The basic postulates of OCA theory are internally inconsistent and
incompatible with economic theory.
Grazie per averlo segnalato.
jimmiepdx ha detto:
Non sono un economista ma concordo con il pensiero di Savansadir e mi riferisco a un’ “irradiazione” precedente dove Ars Longa faceva riferimento, se ben rammento, al latino in contrasto platonico all’economia.
Non posso produrre credenziali che mi autorizzino ad affermarlo con autorità. Ma parecchi segnali indicano che misure economiche, specie se complicate, non solo sono inutili, ma servono a nascondere una realtà storico-sociologica che invece – a mio avviso – dovrebbe essere il centro della discussione.
Politicamente, il mondo è ormai politicamente una colonia americana. Economicamente e’ un salotto (o bordello a seconda delle opinioni) dove si concentra il potere economico-militare di un’elite che delle “nazioni” se ne frega. Elite che, disposta in vari gironi di maggior o minor potere relativo, si arroga il diritto trasversale di controllare il mondo. Ambulanti rappresentazioni dei personaggi dei cartoni animati, ghignanti al prospetto del potere totale.
Nessuno si scompone – non dico questo gruppo, ma certo i media di monopolio – nessuno si stupisce che basta un ordine della CIA e 4 nazioni europee, di storia millenaria e “indipendenti” bloccano il passaggio dell’aereo del presidente eletto di una nazione democratica.
E quando la CIA ordina di uccidere, persino le parlamentari pecore italiane si scoprono lupi e vanno a bombardare il terzo mondo, sicuri della poltrona pecorile in parlamento o di alternativo scranno parassitario.
La protesta civile negli us of a è ormai praticamente illegale – chi espone i corrotti va in prigione con i criminali comuni. Enormi somme (del contribuente) vengono destinate a un controllo capillare di tutto e tutti. Il commonwealth si concentra in una fascia sempre piu’ ristretta di individui. C’è chi vuole condannare Snowden ed Assange a morte – e non e’ che scherzino. Bradley Manning, quello che pubblico’ il video del massacro dei civili in Baghdad – con gli yankees che ridevano in elicottero, “kill those bastards” – e’ sotto processo. Non prima d’aver passato due anni in galera e un altro in isolamento, con contorno di sleep deprivation e altre simili amenita’.
Tutto questo esula dall’economia. Ma nelle circostanze, le soluzioni “economiche” sono come i proverbiali musicanti che suonavano mentre il Titanic affondava. Sono le idee fondamentali di liberta’ e societa’ ad essere sotto attacco. E non si dica che è stato sempre cosi’ perchè cosi’ non è mai stato. Neanche il mitico Stalin si sarebbe sognato un controllo di tutto e di tutti ai limiti del controllo del pensiero. E dicono che il Pentagono ci stia sperimentando…
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ismael ha detto:
Gent.ssmo Morpheus, sento l’impellente bisogno di scriverLe una precisazione: io non credo che lei abbia letto il libro, neanche metà… gliel’hanno riferito; ma soprattutto non segue il blog, e non lo ha mai seguito. Se così non fosse, saprebbe che Batman non c’entra niente… il riferimento è ad una famosa barzelletta di Gigi Proietti, cerchi su YT, digiti Proietti er cavaliere nero… ce la fa? Se deve fare l’influencer (da strapazzo), almeno sia ben documentato… per esempio: si chiede, e ci rende partecipi del suo straziante interrogativo, “ma come va a finire”? si legga il libro fino alla fine, e poi scriva, eventualmente… per diletto suo e della sua claque, perché non mi sembra che abbia un gran seguito… non ho tempo per evidenziare tutti i giochetti retorici (sempre da strapazzo) del post, particolarmente ‘pelosi’; o meglio non intendo sprecarlo.
Comunque, ego per ego, anche il suo Morpheus non è male, via… è per quello che ha preso ‘sta tranvata su Batman.. non è quello il riferimento, la deriva ego-patologica è la Sua: il suo Morpheus che ci somministra le due pillole… cioè proietta su Bagnai il suo stesso desiderio di incarnare un messia laqualunque… Bagnai ha un altro stile, glielo assicuro… come ammette è anche un fottutissimo narcisista, ma ha stile, competenza, cultura… tante ottime qualità di cui Lei difetta…
un cordiale saluto nemo / supporter di AB (come mi definirà senza appello)
ps_la ringrazio anticipatamente per l’ovvia non pubblicazione del mio commento
Ars Longa ha detto:
E perchè mai non dovrei pubblicarla? Non sia mai detto che non possa aiutare qualcuno che ha un “impellente bisogno” di esternare le sue idee a prescindere dal loro valore. D’altronde le idee partorite sotto l’impulso di un “impellente bisogno” si qualificano in automatico per ciò che sono. Un blog è anche un luogo dove persone oppresse da qualche personale disarmonia con sé stesse possono trovare giovamento. Sta nelle regole del gioco, per chi gestisce una forma di comunicazione simile, imbattersi nella più disparata fauna umana. Spero dunque che lei si senta meglio dopo aver espulso da sé il frutto del suo bisogno.
Le segnalo un piccolo particolare: la recensione non l’ho scritta io ma Bamaisin (bastava leggere il nome dell’autore in alto). Ed era eventualmente a lei che si doveva rivolgere con i suoi toni di squisita cortesia. Perciò non posso fare altro che “girare” i suoi preziosi appunti e le sue sagaci osservazioni a lei. Trovo buffo che lei si lanci poi in ardite analisi psicologiche, non solo per il fatto d’aver sbagliato persona ma anche perché la persona che ha stilato la recensione proprio di psicoanalisi si interessa professionalmente.
Per inciso noto come le teorie di Bagnai (non lui certamente, che di persona squisita si tratta) abbiano creato una tifoseria notevolmente raffinata. Non so bene chi possa essere il gauleiter che l’ha mandata qui, ma sono sicuro che saprà darle l’osso in premio di tanta solerzia.
Vania ha detto:
Mitica risposta. Ma quanta gente con “impellenti bisogni” c’è in giro in Italia?
bamaisin ha detto:
Uhm … lo hai pagato per non offrire la cena di pesce? Comunque a proposito della “tranvata su Batman” (io però avrei scritto “tramvata” con la “m”) ha ragione. Io nobilitavo inconsapevolmente la cosa riferenedola ad Hollywood e mi ritrovo Gigi Proietti che racconta una barzelletta. Il bello è che parte integrante della barzelletta è la raffigurazione del “coatto” che la racconta. E da buon coatto la sua morale è ovviamente “muscolare”. Chiedo venia al commentatore: evidentemente confondendo il “cavaliere oscuro” con il “cavaliere nero” di Proietti ho indebitamente nobilitato la “coattagine” elevata a mito.
Per il resto cosa vuoi che commenti nel merito del commento? Semmai posso rimanere ancora una volta stupita di un atteggiamento incomprensibile: far sapere all’altro che gli fai più o meno schifo. Non so se ascolti la trasmissione radiofonica su Radio24 di Cruciani, “La Zanzara”. Cruciani ha trovato una sua cifra nella provocazione e nell’uso di parolacce varie. Ogni tanto telefona qualche ascoltatore che gli dice “Lei è troppo volgare. Non ascolterò più la sua trasmissione. Ci tenevo a dirglielo”. Ovviamente imbecilli simili vengono sonoramente sbeffeggiati al grido “e se non ti piace la trasmissione cambia canale” con annesso spernacchiamento. Ma continuano a telefonare per fare questa affermazione, chissà forse con l’idea che alla fin fine Cruciani se ne dolga. Questo Ismael per di più ha anche – con tutta evidenza – l’idea di essere un prosatore di qualche spessore. Cestinalo e lascialo alla balena bianca.
Precisazionista ha detto:
Mi scuso per l’o.t. ma mi ha messo curiosità e ho controllato:
tranvata s. f. [der. di tranvai], roman. –
1. Colpo violento, botta: prendere (o ricevere) una tranvata.
2. fig. Danno, grave batosta: ha preso una t. da un collega; anche, sconfitta inattesa: la squadra ha ricevuto una sonora t.; una t. elettorale.
Treccani.it
Brezzarossa ha detto:
“ma ha stile, competenza, cultura… tante ottime qualità di cui Lei difetta” Ismael guardi che si è dimenticato di scrivere prima di questo periodo un “secondo me”.
Ars Longa ha detto:
Non ne aveva il tempo: era sotto l’effetto di un “impellente bisogno” e doveva liberarsi.
ismael ha detto:
dai, bannarmi la mail (e non l’IP) per così poco… non avete senso dell’umorismo, nè una vera vis polemica… rispondete quello che vi pare senza diritto di replica…
vi sarete mica offesi? e su…
saluti dal ventre della balena (da Achab o Pinocchio?)
Ars Longa ha detto:
Ma mica si può bannare com WordPress. Si mette solo in spam. Magari, mi sarei evitato i 48 furibondi di oggi. Lei che vuol fare, ci vuole sputazzare con meno acrimonia o persiste nella cattiveria gratuita? Veda lei, se riformula in modo accettabile si può fare.
PS. Occuparsi professionalmente di psicoanalisi significa insegnarla e praticarla.
ismael ha detto:
volendo si può (bannare)… comunque perché parla di sputazzamento? io ho argomentato le mie risposte a Lei e a Baimaisin (psicoanalista o psicoterapeuta?) in modo caustico e irriverente (d’accordo) ma puntuale, nel merito delle cose da Voi affermate, e nel merito delle Vs risposte altrettanto caustiche ed irriverenti: dov’è il problema? cosa vuol dire con “se riformula si può fare?”; che mi pubblica le due mie controrepliche a Lei e a Baimaisin, se un po’ “limate”? ma “limate” poi in cosa? da insulti no, perché assenti per Sua stessa (implicita) ammissione…
comunque, mi faccia saper cosa intende: sono curioso di capire dove vuole andare a parare… e la cosa potrebbe interessarmi, anche se non capisco il Suo obiettivo a questo punto… però, piacendomi il confronto, anche se aspro… e purché a viso aperto, almeno quello visto che non credo si possa evitare il nick name e avatar relativo… (mi riferisco alla ratio del suo ‘about’)
buona giornata
Ismael (da non confondersi con Achab)
ismael ha detto:
un grazie al Precisazionista … lo avevo segnalato, tra molteplici altre osservazioni, in una delle due mie risposte ‘cestinate’ come suggeriva cordialmente Baimaisin, una Lei ed una ad Ars Longa; cosa che, tra l’altro, si evince dai miei ultimi 2 post (inviati da altra mail) poi pubblicati… mi spiace per non aver avuto il diritto di contro-replica che chiedevo, e per le ulteriori spiegazioni chieste ad Ars Longa… evidentemente ‘non’ si poteva fare…
proverò a pubblicare i ns scambi in un altro modo, se sarà possibile (per la ‘fredda cronaca’, non perché debbano necessariamente avere un qualche incommensurabile valore)…
saluti
Ismael
Ars Longa ha detto:
Siccome è il 1° agosto e siamo tutti stanchi ed accaldati, se ce la fa a riproporre quel che voleva dire senza aggettivare troppo negativamente le persone che scrivono qui magari riportiamo la discussione entro binari costruttivi.
ismael ha detto:
continuo a ritenere che sarebbe stato giusto riportare per intero la ns ‘querelle’… soprattutto le mie risposte cestinate, e poi riportare la discussione entro certi binari;
e concordo sul fatto che faccia parecchio caldo:
stante tutto ciò, sono dunque costretto a declinare il Suo invito, mio malgrado.
saluti (comunque) cordiali
Ismael