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Il quadro politico italiano è abbastanza chiaro per guardare al di là di Berlusconi. Secondo le indagini demoscopiche gli italiani si sono lasciati coinvolgere in un generalizzato (e giustificato) rancore per la politica. Perciò chi non rivoterebbe Berlusconi oggi sta alla finestra, guardando gli sviluppi. Ma quali sono gli sviluppi all’orizzonte? esiste uno scenario generale, ossia la nascita di un governo “tecnico”. Le forze politiche non sono però concordi nell’immaginarne la durata. C’è chi vorrebbe un governo in grado di fare la riforma elettorale e andare al voto, c’è chi pensa ad un governo che arrivi sino al 2013. Nelle ultime settimane sta prendendo corpo questa ipotesi.Le ragioni sono semplici: nessun partito se la sente di affrontare la crisi economica con la sua faccia, meglio che i sacrifici vengano chiesti da dei tecnici. Il candidato principale, le cui quotazioni sono in ascesa è Mario Monti.

Mario Monti

Pochi italiani sanno bene chi è questo signore. L’ipotesi di averlo come Presidente del Consiglio piace a d’Alema e al resto della eterogenea compagine che dovrebbe (infine) mandare a casa Berlusconi e le sue follie senili (da ultimo il partito della gnocca). Cosa cambierebbe per noi umili cittadini? Niente.

Perché Mario Monti è un uomo allineato con l’Europa (intesa come BCE) e fautore delle sue ricette economiche che hanno distrutto quel che rimaneva del welfare state. Tanto per capirci Monti è presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller. In più è sul libro paga della Goldman Sachs. Monti è in piena sintonia con Draghi e con tutte le teorie che ci hanno condotto allo sfascio di questi ultimi anni. Anche se magari lo avete visto in televisione, coccolato dai vari Gad Lerner di turno, non pensate ad un suo porsi neutrale. Monti non è un tecnico e basta. Monti è un neoliberista che non ha mai realmente contestato la finanziarizzazione dell’economia. Le sue decisioni saranno decisioni di carattere eminentemente tecnico ma saranno avvolte dalla ideologia suggerita dalla BCE.

Cosa sta accadendo in Italia dunque? Se mi permettete il parallelo oggi siamo nelle stesse condizioni dell’Argentina al tempo (1999) della fine del secondo mandato del presidente Menem. Ho sempre pensato che Menem abbia avuto delle grosse

Carlos Menem. Il sorriso ha molte somiglianze con il nostro "Cavaliere della Gnocca"

similitudini con Berlusconi (o viceversa) non solo fisiche. Anche Menem aveva un ministro dell’economia incompetente come Tremonti, si chiamava Domingo Cavallo. Tuttavia le similitudini finiscono qui, perché dopo la distruzione del Paese per colpa della coppia Menem-Cavallo, non arrivò un governo tecnico ma l’Argentina prese coscienza che la ricetta neoliberista era omicida verso il Paese. Se da noi – come sembra quasi certo – arriverà Mario Monti la ricetta neoliberista sarà adottata esattamente come vuole la BCE. Perché, mettiamocelo in testa, noi non siamo governati da chi eleggiamo. Chi ci governa realmente è un organismo sovranazionale, la BCE appunto, che non è mai stato eletto da nessuno.

Il tramonto del regime di Berlusconi e la sparizione dei suoi accoliti più fedeli non arriverà mai abbastanza presto. Probabilmente la scomparsa politica del Cavaliere della Gnocca sarà da festeggiare stappando bottiglie di champagne e spumante. Ma dopo non illudiamoci: continuerà la macelleria sociale questa volta guidata da un tecnocrate allineato con le centrali di comando neoliberiste. Mario Monti è un salvagente ma di piombo.