Mi stavo rompendo la testa da un po’ di tempo. Avete presente quando c’è qualcosa che dovresti ricordarti e che non sai di preciso cosa sia? Che ne so le chiavi di casa, il tesserino del codice fiscale. Bagnai, Bagnai mi dicevo…. ma dove m’è capitato di sentirlo e perché mi riviene in mente e lo collego a Michele Boldrin? Poi i neuroni nonostante l’anzianità si rimettono in funzione. Vado a cercare tra i libri in seconda fila della mia libreria. Niente. Mi avventuro nella terza fila. Due, tre, quattro scaffali. Poi … eureka! Tredicesimo congresso della Associazione Economica Internazionale. Lisbona settembre 2002. Arriva l’illuminazione. Chi parlava? Una banda di economisti più o meno giovani …. Il titolo era “The past, present and future of the European Union”. E sì c’erano due giovanotti …. Boldrin che presenta un paper intitolato “Regional policies and economic growth in European Union”, niente di memorabile ma ben documentato. Poi Alberto Bagnai : Dynamic paths of the european economy: simulations with an aggregated model of the EMU as a part of the world economy. Aspetta va che me lo rileggo che non mi ricordo cosa dice. Mi immagino che sarà vetriolo puro contro l’euro. E siccome ad aprire i lavori fu l’allora Romano Prodi, chissà che botte da orbi avrà tirato il pescarese. Leggo, rileggo, rileggo ancora. Ohibò. Un congresso prestigioso, una tribuna da cui tirar giù i membri del PUDE (Partito Unico dell’Euro come lo chiama il pescarese) … e invece no …. acqua fresca, violini tzigani. Persino Boldrin assume la statura di Marshall a confronto. Ma diamine 2002 … e l’ineffabile Bagnai non dice peste e corna dell’Euro in una bella tribuna dove far trasalire Prodi? Anzi …. un intervento che ci manca poco che dica che nella storia meglio dell’euro c’è stato solo il tallero di Maria Teresa! Nel quadro di un convegno abbondantemente sponsorizzato dall’Unione Europea per di più! Macché solo degli ottimistici scenari alternativi per il periodo 2003-2007. E cerco, ma inutilmente, una forte critica all’Euro. Ma niente. Sarà lo stesso Alberto Bagnai o un omonimo? Chissà. Ma forse non leggo più l’inglese come una volta. Sono invecchiato. Certamente dice che l’Euro ci affosserà tutti che siamo destinati al default per colpa della Germania. Sì certamente il mio inglese è da rispolverare.
Ripongo il volume e non so se essere triste o allegro. Come cambiano gli uomini, come cambiano gli economisti. Odore di notorietà, odore di gloria, et voilà. Sto invecchiando: a rileggere sta roba mi è quasi diventato simpatico Boldrin. Riprenderò in mano l’inglese, aveva ragione un simpatico mestrino in sovrappeso: l’inglese è la lingua del futuro, e anche del passato, evidentemente.
Ecco dove avevo già sentito parlare di Bagnai. Un ricordo lontano che affiora.
04 giovedì Lug 2013
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filippo ha detto:
Premesso che solo gli stupidi non cambiano mai idea,
io per primo fino a pochi mesi fa mi ero fatto abbindolare da #statoladro e simili,
e per questo son grato in ordine ai blog di barnard, tuo e di bagnai per avermi fatto capire vieppiù delle sfaccettature della realtà che mi sfuggivano.
Qua un documento del ’97 in cui ridemensiona i supposti benefeci dell’euro, azzeramento delle spese di cambio e abbassamento dei tassi di interesse..
Fai clic per accedere a Eur.pdf
poi anche il documento che citi tu parte con una bella bordata,
“The performance of the Economic and Monetary Union (EMU) in terms of growth and unemployment is still unsatisfactory in comparison with that of the United States and of the European non-EMU countries, especially the United Kingdom.”
cito sempre il “mio” guru da una risposta sul blog:
“Quello che dice Eichengreen (che, lo ricordo, è l’autore che nel 1997 mi era servito a capire che l’euro era una sòla), sta scritto sicuramente anche in Marx o in Rosa Luxemburg. Non posso citarvi i passi perché per un dato casuale ho seguito un percorso culturale e scientifico diverso, che però non mi impedisce, o forse mi permette, di capire che il buon senso regna (e non ha colore).
Perché allora i marxisti dell’Illinois o i colleghi che provengono da periferie svantaggiate non sono in grado di articolare un discorso trasparente e comprensibile su questi concetti?
Sarà la lente deformante dell’ideologia?
No, perché nessuna lente né a destra né a sinistra può deformare il fatto che il cambio fisso è SEMPRE E DA SEMPRE un attacco alle classi lavoratrici (piccoli imprenditori e partite IVA incluse).
Credo sia piuttosto una visione distorta del “primato” della politica, che implica la necessità ASSOLUTA di “guidare” il popolo mentendo ad esso. Prometto ampi esempi di questa mentalità (che poi è quella di Aristide).”
Ars Longa ha detto:
Potremmo discutere sul concetto di “bella bordata” ma poi ognuno resterebbe dalla sua. Usciamo invece da qualsiasi provocazione o polemica. Quel che è interessante è la citazione che hai postato (poi magari mi faccio pagare dal pescarese per “occupazione di blog” (ironico)). In merito tre questioni. La prima. Se Eichengreen è il punto di partenza di Bagnai, vogliamo vedere bene che cosa dice, al di là dell’uso che ne fa Bagnai stesso? E questo non perchè voglio assumere un atteggiamento negativo a tutti i costi. Ma visto che è questo il “padre nobile” abbeveriamoci alla sua stessa fonte. Allora leggiamoci (o rileggiamoci) “One money or many? Analyzing the prospect for monetary unification in various parts of the world”, scritto di Eichengreen del 1994. Lo trovi qui in formato pdf. Il pezzo è del 1994 e francamente non so se sia questa la fonte dell’illuminazione di Bagnai. Particolarmente a pagina 34 del paper: “Our results support the position of those (for example, Dornbusch, 1990) who have called for a two-speed monetary union in Europe—with France, Germany, and the smaller countries of Northern Europe proceeding in the fast lane—and who suggest that Austria and Switzerland would also be plausible
candidates for early participation in EMU, once Austria is admitted to the EU”. E poi a pagina 36: “a European monetary union might run more smoothly if limited to a subset of EU members”. Allora (ma se vuoi lo rileggiamo meglio) a me pare che ciò non significhi che l’Euro sia una cattiva idea ma che sarebbe stato opportuno farlo partire con un’area di aderenti ristretta.
Seconda questione. Bagnai ti sta dicendo che lui di Marx ha qualche vaga nozione perché ha seguito un “percorso culturale e scientifico diverso”. Come sarebbe a dire? Fai l’economista e vabbé sulle teorie marxiane tiri un tratto di penna perché ti stai occupando d’altro? Ma stiamo scherzando?
Terzo. Bagnai, qui e altrove, tira fuori la sua reale linea di pensiero nella quale la questione dell’Euro diventa quasi marginale. Con la sua solita arroganza e maleducazione attacca Brancaccio (che visto che abita a Barra viene citato come il collega che proviene da “periferie svantaggiate”) e altri. Qual’è la necessità di questo attacco? A mio avviso è – dal punto di vista teorico – il tentativo di depotenziare una visione più globale del problema che Bagnai non vuole (o non sa o non gli conviene) fare. La posizione neomarxista sulla crisi e sull’Euro è ben delineata da Mick Brooks qui spendici un po’ di tempo per leggerla. Noterai che la differenza con Bagnai sta proprio nel fatto che – appositamente credo – è proprio Bagnai che usa una sua lente ideologica, ossia la lente del microscopio per separare la questione dell’Euro dalla analisi globale della crisi.
Molto francamente il mio giudizio non cambia: Bagnai ha fiutato nell’Euro il tema che può “unificare pance diverse”. Ha capito che far convergere la spiegazione della crisi su qualcosa che si tocca, che hai in tasca è la cosa più facile. La gente è stanca e irritata. Non capirebbe un fico secco se gli si spiegasse la crisi per bene. Però capisce benissimo cosa è un Euro e dirigere stanchezza e irritazione verso l’Euro è facile e comprensibile. Ma, soprattutto, è dannatamente interclassista perché ti fa applaudire dall’operaio e dal padrone, dal muratore al laureato disoccupato. Probabilmente nel prossimo futuro Bagnai si farà qualcosina di politico o parapolitico (si comincia sempre da un manifesto) facendo tesoro del flop dei neoliberisti di FARE. Bagnai che ha – mi pare di intuire l’intelligenza sufficiente per assorbire stimoli differenti – ha capito che FARE si era delineata come qualcosa di “classista”, troppo vicino ad una parte. Il suo uovo di Colombo è presentarsi come qualcuno che è al di là della sinistra e della destra ma non inaffidabile e ignorante come il grillismo (dal quale si è opportunamente distanziato intuendone le derive). Da questa posizione ti rifila una spiegazione semplice semplice, la condisce di quel buon spirito antitedesco che sonnecchia in ogni italiano, spara due o tre scemenze sul recupero della sovranità nazionale, si accarezza gli imprenditori di Schio e cerca di ingraziarsi gli operai in una “Union sacrée” contro l’Euro. Così facendo finta di rigettare ogni ideologia se ne crea una propria che non c’entra più niente con l’economia o con qualsiasi analisi economica seria. Condisce il tutto con un po’ di “sgarbismo” ossia sputazza insulti a destra e sinistra, finisce in televisione, si crea una “massa critica” sufficiente di adoratori che si infilano in tutti gli interstizi rifilando le scemenze del maestro. Ed è quel che ho detto nel mio primo intervento sul personaggio: si sta costruendo una carriera politica, punto e basta. Si è costruito la favoletta di quello che da sempre ha capito come stavano le cose, anche mentre partecipava a Lisbona ad un convegno che non metteva minimamente in discussione l’Euro. Lei, se vuole, si accodi al progetto Bagnai, io sono troppo vecchio per credere alla purezza di qualcuno che ha visto l’occasione per svoltare (come dicono a Roma) passando dalla condizione di sconosciuto professore a tribuno della plebe nazionale.
filippo ha detto:
Che io sappia c’è un embrione di movimento che si sta organizzando al momento attuale più che altro per combattere la disinformazione imperante del cosiddetto PUD€ ed i messaggi equivoci come quelli di grillo sull’€, a partire soprattutto dal blog di orizzonte48, che ha un taglio più politico-istituzionale.
In cosa sfocerà non ne ho idea, certo che se scoppia l’eurozona non si potrà chiedere a chi diceva che non c’erano alternative di guidare il dopo, ma anche brancaccio, cesaratto, e zingales e altri ce ne han messo a svegliarsi dal sonno dell’€ che ci rende tutti più ricchi..sembra di vedere che molti scappano dalla nave che affonda..Poi uno può essere l’economista di riferimento di una parte politica continuando a fare il professore universitario, senza doversi candidare a nulla.
Bagnai ha partecipato sul manifesto, nel 2011 mi pare, a discussioni sull’europa, ed i duri e puri di rifondazione, ad esempio Ferrero o la direttrice Rangeri, non ammettevano che fosse messo in discussione il sogno europeo degli operai uniti…quindi non mi sembra che abbia preclusioni ideologiche a sinistra e all’estrema sinistra.
Il discorso sull’evitare citazioni di Marx credo sia per allargare la platea delle persone disposte ad ascoltare quel che dice: ci son milioni di ex democristiani che smetterebbero di ascoltare dopo la X di MarX ad esempio..se provi a parlare con colleghi o amici dei problemi dell’€ già ti prendono già per pazzo o estremista, se ci butti dentro anche Marx, almeno nella mia ristretta cerchia di conoscenti, fai terra bruciata addirittura, ed abito nella romagna rossa.
Per me anche se ha una altissima considerazione di se e magari coltiva pure ambizioni personali politiche non diminuisce la mia stima..
Devo dire che anche dai tuoi post comprendo di aver moltissimo da leggere ed imparare, ma al momento non mi sento prigioniero di una sorta di scientology anti-€, solo di aver capito un pezzettino di ciò che mi sta capitando attorno e mi piacerebbe che tutti quelli che vedono questo problema lavorassero assieme e contribuissero l’un con l’altro per far aprire più occhi possibili, alla “matrix”, e non battibeccassero come bagnai e brancaccio su chi ce l’ha più a sinistra..
Ars Longa ha detto:
Le sue considerazioni confermano quanto dicevo. Possiamo anche chiamarlo “embrione di movimento” o quel che preferisce ma il dato rimane: Bagnai sta creandosi la sua nicchia politica. Legittimo per carità. Che poi in una prima fase abbia come obiettivo lo sguinzagliamento di attivisti in giro per l’Italia con il compito di “predicare il verbo” nulla toglie alla sostanza politica delle ambizioni di Bagnai. Anche quelli di Noisefromamerika giuravano e stragiuravano che non si sarebbero candidati a nulla e poi hanno messo su il loro bel movimentino politico con corsa espressa alle poltrone (ovviamente sempre per il bene del Paese, ci mancherebbe). In più mi rilegga: io non ho detto che Bagnai abbia preclusioni politiche. Bagnai – al contrario – sogna l’union sacrée di destra e sinistra, di lavoratori e imprenditori, tutti uniti contro il “mostro” euro. Per Marx, a parte il fatto che candidamente il Bagnai ammette con un giro di parole, di saperne meno di nulla perché impegnato a fare altre cose, se siamo al calcolo di “allargamento della platea”, all’avvicinare ex-democristiani, siamo appunto al movimento politico. E qui si ferma qualsiasi altra considerazione: siamo all’astuta (benché legittima) autopromozione di sé. Da economista a politico. Bene e buon pro gli faccia. Non è più questione di chi sta a sinistra di chi, né è questione di battibeccare. La questione è che Bagnai si sta costruendo la sua carriera politica con una fascinosa “narrazione” (direbbe Vendola, giusto per restare in tema di Sinistra) che solletica la pancia della gente. Un tema forte, comprensibile e suscettibile di mobilitazione anche fanatica. A me fa un bel po’ ribrezzo ma se piace ad altri posso capirlo. Poi sa al popolo piace credere che ci sia “Matrix”, così si aprono vaste praterie agli eroi più improbabili che finalmente ci apriranno gli occhi riempiendosi le tasche.
Roberto ha detto:
Io rimango stupefatto. I bagnaisti continuano a illudersi di potere mettere a confronto il loro idolo di cartone con Emiliano Brancaccio. Ma stiamo scherzando? Bagnai ha voluto a tutti i costi un “duello” con Brancaccio. Zezza lo ha organizzato a Napoli, e Brancaccio lo ha LETTERALMENTE DISTRUTTO. Nella sua replica, Bagnai balbettava, e alla fine, resosi conto di essere stato piallato, ha pure chiesto a Brancaccio una stretta di mano e un abbraccio da immortalare in video. Un ipocrita viscido cacasotto e ignorante di questa risma non lo avevo mai visto in vita mia. Vedere per credere:
Qui il mazziatone di Brancaccio:
Qui la replica di un Bagnai terrorizzato e subalterno:
Poi, riguardo all’idea che uno come Brancaccio credesse nelle magnifiche sorti progressive dell’euro, ma dove cazzo l’avete letta questa stronzata? i bagnaisti hanno preso da Bagnai anche la tendenza alla truffa? Piuttosto dovreste ricordarvi che il vostro idolo del cazzo, nel libro “Il tramonto dell’euro” e nel suo blog, ha citato proprio Brancaccio tra i primi autori ad avere dimostrato che l’assetto dell’eurozona e gli squilibri commerciali conseguenti sono insostenibili. L’articolo citato da Bagnai du presentato nel 2006 a Rive Gauche, ed è stato pubblicato nel 2008. Ancora una volta, vedere per credere:
http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_rivista.aspx?IDArticolo=35917&Tipo=Articolo%20PDF&lingua=it
Bagnai è solo un econometrico di quart’ordine, con chiari problemi psicologici e con note tendenze di destra. Basta vedere che l’articolo del 1997 che citate parla della necessità di rendere flessibili i mercati del lavoro. Da uno così non mi farei nemmeno offrire un caffè. Il fatto che dei poveri mentecatti abbiano elevato a loro idolo questo caso psichiatrico è la dimostrazione del disastro in cui siamo.
Ars Longa ha detto:
Me lo ricordo, è un bene l’abbiano filmato. Comunque io non citavo l’articolo del 1997, piuttosto quello del 2004 a Lisbona che è anche peggio specie dalla prospettiva di uno che l’Euro lo “combatte”
filippo ha detto:
io povero mentecatto son grato a barnard prima, ars longa e bagnai poi di avermi portato a ragionare su questi temi, dato che il 99% di giornali e televisioni parla esclusivamente di debito pubblico e privatizzare;
quello che potrebbe succedere una volta usciti dall’€ , brutto a dirsi, lo dovrebbe decidere la maggioranza degli italiani..ma non credo ci sia una maggioranza marxista in italia..
sarà un problema di comunicazione, di controllo dei media, ma anche di partiti,tra cui la sinistra a cui brancaccio fa da riferimento economico che non han detto nulla sull’euro nemmeno alle ultime elezioni del 2013, quando il problema europeo a detta di tutti qui era evidente, mentre bagnai ed anche borghi cercavano di parlare di PUD€.
È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle forme che si sono sperimentate fino ad ora.
Per questo credo che invece di piccole faide sarebbe utile allargare l’informazione che è necessario un recupero di sovranità, poi cosa fare di quella sovranità non sono brancaccio o bagnai che possono decidere che farne..se si continuano queste faide è piu’ probabile che sia un rettore della bocconi o un dirigente di bankitalia a dettare la linea ai partiti anche dopo il disastro delle loro politiche
Ars Longa ha detto:
Si potrebbe vedere la questione così. Prima occorre essere d’accordo sulla necessità o meno di uscire dall’Euro. Ed è su questo aspetto che si avvita la questione. Quello che sto cercando di dire (ma ancora una volta non comunico bene) è che tra le tante cose che si possono fare uscire dall’Euro NON è né prioritario né utile. Ma non perché succederebbe chissà quale cataclisma (anche se succederebbero cose abbastanza spiacevoli, che Bagnai sottovaluta e altri sopravvalutano). La priorità è invece passare da un paradigma neoliberista incardinato sulla austerità ad un paradigma di politiche espansive. Se l’Euro fosse stato governato con politiche non neoliberiste avrebbe colto risultati straordinari. Perciò – a mio modo di vedere – non è sulla moneta che occorre intervenire ma sull’uso politico che della moneta si è fatto. In secondo luogo il “recupero di sovranità” è una illusione. Per due motivi: nel mercato globale le sovranità economiche dei singoli Stati sono già saltate da tempo ed è impossibile tornare indietro, tecnicamente impossibile. Il secondo motivo: a cosa servirebbe “recuperare sovranità”? A poter fare “svalutazioni competitive”? L’ho già detto: le svalutazioni competitive ci hanno massacrato negli anni Settanta ed Ottanta. Sono una specie di tiro di cocaina che tonifica apparentemente e brevemente e poi ti stronca. Perciò a me viene difficile andare nella stessa direzione di Bagnai perché, al netto delle sue ambizioni, per me sta dicendo cose totalmente sbagliate.
Poi parliamoci chiaro le faide le fa Bagnai che si comporta come una specie di “coniglio mannaro”: sul blog e su quello che scrive insulta a piene mani chiunque gli capiti a tiro e di faide si nutre. Sta usando il vecchio sistema che fu di Sgarbi: sei sconosciuto? Insulta in modo plateale qualcuno a caso (possibilmente più noto di te) e farai clamore.
Poi occorre dire le cose come stanno, se no poi facciamo cattiva informazione: Emiliano Brancaccio non è l’uomo cui la “sinistra” “fa da riferimento economico”, questo ruolo ce l’ha Fassina. Il buon Emiliano è studioso serio che ha fatto una serie di proposte molto serie, come lo “standard retributivo”. E’ ben più marxista di me e, meno di me, aperto alle teorie neo-keynesiane che accetta con riserva. Ma soprattutto – e lo so bene e per certo – non aspira a nessuna carica o poltrona e lo ha dimostrato nei comportamenti e nei fatti.
Concludo: non è teorizzando la sacra unione sotto le bandiere di Bagnai che si va da qualche parte. Bagnai non propone nulla di serio e nulla di applicabile. Siamo da anni in mezzo al deserto con un cappotto addosso che si chiama neoliberismo e Bagnai ci propone di levarci i calzini (leggi Euro) prima del cappotto. Non è una cosa seria ed è proprio perché non sorgono cose serie che alla fine arrivano i rettori della Bocconi o i gand commis di Bankitalia.
Filippo ha detto:
Per me alla sinistra pura che intuisco piaccia a voi sembra che manchi una cosa fondamentale: il pragmatismo che ti consente di allargare il consenso su idee che sono anche di assoluto buon senso e convenienti per la maggioranza degli italiani, che renderebbero l’Italia un paese migliore in cui vivere, ma restando minoranza, e magari minoranza extraparlamentare, non diverranno mai realtà. Persino grillo con 9 milioni di voti non è riuscito a realizzare nulla di ciò che si era prefisso, per questa mancanza di pragmatismo e apertura al dialogo..per me il nemico del mio nemico(neoliberismo) è mio amico, non etichetto come demente chi segue un’altra idea o corrente che si oppone a questo stato di cose… rischi uguali ai fire sales non si hanno anche rimanendo fermi e lasciando fallire le aziende? Il crollo della quota salari dopo svalutazione si può risolvere se anche il sindacato fa la sua parte chiedendo assicurazione su adeguamenti dei salari, ma non ci sarà mai con questa crisi la volontà di riformare i trattati europei, dopo tutte le bugie ripetute sui fannulloni del sud e la colpa del debito
Massimo ha detto:
Francesco scrive “per me il nemico del mio nemico(neoliberismo) è mio amico, non etichetto come demente chi segue un’altra idea o corrente che si oppone a questo stato di cose”.
Questo è esattamente ciò che NON FA Bagnai. Come possa non essere considerato uno dei veri divisori del fronte che si oppone a questo schifo resta per me un mistero, da quando lo seguo ha dato dei cretini alla maggior parte dei suoi colleghi, schernisce (eufemismo) in modo sistematico i suoi sostenitori insinuandogli l’idea che ciò che sanno è dovuto a lui e non alla loro mediocrità, se ne burla in continuazione. Francamente non riesco a comprendere come si possa parlare di lui in termini normali quando lui e assolutamente al di fuori del normale e civile discutere. Quando vuole lui parla di economisti di grande livello (ranking) come riferimento per certe idee per poi inventarsi la presa di giro del “di quelli che ce l’hanno lungo il C.V.” quando si vanno a fare paragoni con il suo di ranking che mi dembra sia a meta tra il 500° ed il 600° posto in ITALIA. No guarda Filippo personalmente lo trovo da espulsione (politica), cartellino rosso.
Valerio ha detto:
Primo spezzone, dal minuto 10:00
Bagnai:[…] dividevi gli economisti italiani sostanzialmente in due categorie di imbecilli: […] e poi un’altra categoria di ameni imbecilli che secondo te erano quelli per i quali basta uscire dall’euro e tutto va a posto. […] mi sono sentito chiamare in causa per un motivo estremamente semplice: […] il fatto che la tua tassonomia consistesse in due categorie di fessi e il più fesso su un piedistallo[…]
franco panceri ha detto:
Ho visto i video, dove sarebbe Bagnai subalterno e terrorizzato? Detto questo è vero che spesso è arogante e indisponente, ma il confronto mi è piaciuto. Economisti seri e preparai come loro ce ne sono pochi, non capisco tutte queste polemiche verso Bagnai, ma efettivamente non sono così esperto di economia, mi sembra che sia evidente che tra quelli che vanno in tv a parte loro due non è che ci sia molto altro da ascoltare, no?
filippo ha detto:
sul fatto che ci sia una narrazione della realtà totalmente distorta a reti unificate pensavo di sfondare una porta aperta, vista anche l’immagine in testa al blog..
poi in quel movimento che dicevo, promosso da Caracciolo e altri con forti richiami al recupero dei valori della costituzione, non son sicuro che Bagnai darà un contributo in prima persona…potrebbe essere appunto solo un “ideologo” che ha aiutato giuristi ed altri a comprendere temi macroeconomici e come questi si mettono in relazione al recupero ed alla attuazione della costituzione, in particolare l’art.1
Ars Longa ha detto:
Guardi, non è che stia fremendo per l’assenza di notizie su quel che fa Bagnai all’interno di “embrioni di movimento” o simili. Figuriamoci poi se fremo per quel che fa Luciano Barra Caracciolo. Che detto in altri termini suona: facciano un po’ quel che gli pare. Io Bagnai l’ho già fotografato per quel che mi ispira. Chi vuole saperne di più su di lui può andare ad informarsi leggendo direttamente il suo blog.
Massimo ha detto:
Bagnai “ideologo” proprio non si può leggere anche virgolettato.
Al più può fare il provocatore (come generatore di offese ad effetto simil-culturale) e solo se la posta in ballo riguarda lui stesso ed il suo assolutamente sopravvalutato ego. Questo ben inteso dopo essersi letto un bel paper di quello “scienziato” di Jens Nordvig, uno dei suoi prestigiosi compagni di firma del manifestino che per l’appunto lavora per Nomura nota azienda famosa per la sua caritatevole filantropia.
Leggi qui per favore: http://sollevazione.blogspot.it/2013/06/quelli-che-la-germania-deve-uscire.html.
Ciao.
filippo ha detto:
ideologo era un termine che mi è venuto facile visto quanti lo applicano a becchi nei confronti dei 5 stelle…
a mio avviso la lettura data da Bagnai nel suo libro e negli approfondimenti fatti sul suo blog, contumelie a parte per i lettori piu’ raffinati, credo sia servita a Orizzonte48 e altri per rileggere certe decisioni politiche e giuridiche (divorzio tra bankitalia e tesoro, trattati di maastricht, MES, pareggio di bilancio in costituzione) con degli strumenti in più che sono fondamentali, cioè quelli della macroeconomia di cui io so di non capire molto.
Ammetterete voi però che non basta rileggere gli eventi in chiave neomarxista per vedere le proprie tesi universalmente riconosciute: se non hai dati economici oggettivi che dicano che entrare nell’euro è stato un disastro, non puoi ad esempio smontare il falso mito dei bassi tassi di interesse sul debito grazie all’€ etc
Paolo Di Tommaso ha detto:
Un blog di un autore anonimo, è sufficiente per ritenerlo della banale diffamazione.
Saluti
Ars Longa ha detto:
Bene, tutti sentivamo la mancanza del suo illuminato parere. Ma sfugge la logica per la quale lei abbia voluto esternarcelo ma il mondo è fatto così.
Massimo ha detto:
Già, bisogna essere identificabili Ars Longa, se ne era dimenticato? Mica contano le i dee ed i fatti contano le identità.
Questo articolo si potrebbe definire come un caso di diffamazione DOCUMENTATA.
Ars Longa ha detto:
Infatti bisogna avere un bel coraggio per ritenere diffamatorio un articolo con riferimenti puntuali specie se riferito ad un tizio che furbescamente sul suo blog storpia i nomi per poter distribuire insulti. Ma io lascio passare pure uno come Paolo di Tommaso che si scomoda a postare dalla Spagna. Evidentemente il guru di Pescara sguinzaglia i cani invece di farci sapere cosa voleva dire a Lisbona e perché tra i suoi amichetti di Manifesto c’è uno che guarda caso lavora per la Banca Nomura (invischiata nel disastro Monte dei Paschi di Siena).
filippo ha detto:
ma poi la gravissima accusa di Ars Longa è che Bagnai nel 2002 non aveva capito tutto e non si è alzato nel mezzo di un convegno europeo a insultare Prodi, magari lanciandogli una scarpa?
Oppure che le battute alla Sgarbi inficiano tutto il ragionamento che sta a monte, e che quindi un osservatore critico contesta il linguaggio invece della sostanza?
Brancaccio giustamente sorvola sugli epiteti con una battuta su dottor jekill e mister hide e produce ragionamenti 1) sulla quota salari post svalutazione e 2) fire sales, quindi pone dei singoli problemi in un’ottica sostanzialmente coincidente, che meritano una risposta.
1) con la disoccupazione crescente la quota salari si riduce e di molto ugualmente, poi andrebbe verificato il peso delle partite iva che son in realtà dipendenti sulla quota salari, a mio avviso. C’è qualche partito in parlamento che si sta occupando della quota salari calante per caso?
2) prevenire i fire sales presuppone un forte intervento dello stato nel controllo dell’economia, lo vogliam lasciar fare da berlusconi in italia e la lepen in francia questo forte controllo?
Ars Longa ha detto:
Filippo, io non ho lanciato gravissime accuse. Ho, più modestamente, fatto notare che il suo economista di riferimento nel 2004 (non nel 2002) a Lisbona c’è. Tra il tirare le scarpe a Prodi e fare il relatore in un convegno che tesse le lodi dell’Euro sponsorizzata dall’odiata Unione Europea ce ne corre. Poi certo se vogliamo fare giochetti dialettici si accomodi. A me, mi perdoni ma non milito nel movimento di santificazione del pescarese, rimane oscuro come si possa passare dal convegno di Lisbona nel 2004 ad un convegno organizzato nel 2011 proprio da quelli che poi qualificherà come “marxisti dell’Illinois” e che parla di uscita dall’Euro (perché la stupirà ma qualcuno ne parlva ben prima di Bagnai). Il tutto continuando a dire che lui ha sempre avuto quell’idea fissa sin da quanto suggeva il latte materno. Come poi non capisco come faccia ad aderire (creare, firmare? essere vicino?) ad un Manifesto che tra i firmatari ha un papavero dellabanca d’affari Nomura dopo aver trscorso una breve luna di miele dalle parti del M5S.
Le battute alla Sgarbi non inficiano i ragionamenti “a monte” (attento alcune locuzioni sono tipiche del marxismo del Kentucky) ma qualificano, danno la cifra del personaggio. E direi che si sbaglia riguardo al fatto che Brancaccio abbia sorvolato sull’aspetto sgrabistico del nuovo vate. In quel convegno di Napoli (ma lei lo ha visto il filmato?) tra i tanti ceffoni virtuali che ha tirato ce n’era anche per l’accusa di “nazismo” che Bagnai ha rivolto a Brancaccio.
Qui non si è contestato solo il linguaggio. Il linguaggio da teppista non è consustanziale a Bagnai, ma, a mio parere e l’ho già detto, fa parte della sua strategia in stile “epater la bourgeoisie” per meglio catturare l’attenzione dei media. Strategia che maschera la povertà dei ragionamenti e la loro contraddittorietà.
Infine – e questo vale per altri suoi interventi che hanno il medesimo segno – smettiamola di invocare la Santa Crociata contro l’Euro chiamando a raccolta tutti in uno sforzo di creazione di un Fronte di Salvezza Nazionale esteso da Casa Pound al Maoismo italiano passando per tutto quello che una volta si usava chiamare l’arco costituzionale grillo compreso. Smettiamola perché agitare il fantasma di un Berlusconi o dei neoliberisti che altrimenti prenderebbero il potere sull’economia è speculare a quelli che dicono che senza l’Euro la Terra uscirebbe dalla propria orbita. Il neoliberismo ha già preso il potere e lo ha preso progressivamente negli ultimi trent’anni. In più guardi che neppure il suo economista di riferimento vorrebbe vedersi realizzata una così bislacca associazione di pensieri differenti. Lui, glielo ripeto sta facendo massa critica di fedeli per farsi la sua chiesa, per avere la sua visibilità, per vendere il suo libro. E’ un lupo solitario che non morde ma sputazza contumelie sull’universo mondo appena si accende la spia di una telecamera.