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Mi stavo rompendo la testa da un po’ di tempo. Avete presente quando c’è qualcosa che dovresti ricordarti e che non sai di preciso cosa sia? Che ne so le chiavi di casa, il tesserino del codice fiscale. Bagnai, Bagnai mi dicevo…. ma dove m’è capitato di sentirlo e perché mi riviene in mente e lo collego a Michele Boldrin? Poi i neuroni nonostante l’anzianità si rimettono in funzione. Vado a cercare tra i libri in seconda fila della mia libreria. Niente. Mi avventuro nella terza fila. Due, tre, quattro scaffali. Poi … eureka! Tredicesimo congresso della Associazione Economica Internazionale. Lisbona settembre 2002. Arriva l’illuminazione. Chi parlava? Una banda di economisti più o meno giovani …. Il titolo era “The past, present and future of the European Union”. E sì c’erano due giovanotti …. Boldrin che presenta un paper intitolato “Regional policies and economic growth in European Union”, niente di memorabile ma ben documentato. Poi Alberto Bagnai  : Dynamic paths of the european economy: simulations with an aggregated model of the EMU as a part of the world economy. Aspetta va che me lo rileggo che non mi ricordo cosa dice. Mi immagino che sarà vetriolo puro contro l’euro. E siccome ad aprire i lavori fu l’allora Romano Prodi, chissà che botte da orbi avrà tirato il pescarese. Leggo, rileggo, rileggo ancora. Ohibò. Un congresso prestigioso, una tribuna da cui tirar giù i membri del PUDE (Partito Unico dell’Euro come lo chiama il pescarese) … e invece no …. acqua fresca, violini tzigani. Persino Boldrin assume la statura di Marshall a confronto. Ma diamine 2002 … e l’ineffabile Bagnai non dice peste e corna dell’Euro in una bella tribuna dove far trasalire Prodi? Anzi …. un intervento che ci manca poco che dica che nella storia meglio dell’euro c’è stato solo il tallero di Maria Teresa! Nel quadro di un convegno abbondantemente sponsorizzato dall’Unione Europea per di più! Macché solo degli ottimistici scenari alternativi per il periodo 2003-2007. E cerco, ma inutilmente, una forte critica all’Euro. Ma niente. Sarà lo stesso Alberto Bagnai o un omonimo? Chissà. Ma forse non leggo più l’inglese come una volta. Sono invecchiato. Certamente dice che l’Euro ci affosserà tutti che siamo destinati al default per colpa della Germania. Sì certamente il mio inglese è da rispolverare.
Ripongo il volume e non so se essere triste o allegro. Come cambiano gli uomini, come cambiano gli economisti. Odore di notorietà, odore di gloria, et voilà. Sto invecchiando: a rileggere sta roba mi è quasi diventato simpatico Boldrin. Riprenderò in mano l’inglese, aveva ragione un simpatico mestrino in sovrappeso: l’inglese è la lingua del futuro, e anche del passato, evidentemente.