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Iene che mangiano altre iene

27 mercoledì Feb 2013

Posted by Ars Longa in Economia

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Fare per fermare il declino, Giannino, Michele Boldrin. NoiseFromAmerika, Zingales

Ve lo prometto: questo è l’ultimo post che si occuperà del miserabile declino dei turboliberisti italiani. Dopo questo post non parlerò più del bugiardo compulsivo Oscar Giannino, non accennerò più al teorico del capitalimso de noantri Zingales, non farò più cenno a quell’aura che D’Agostino classificherebbe come “cafonal” di Michele Boldrin e al suo Lagavulin. Giuro: questa è l’ultima volta. Non mi occuperò più di iene che sbranano altre iene. Ma lasciatemi quest’ultima notazione. Alcune ore fa Michele Boldrin è uscito da Fare per Fermare il Declino, il partito pagliacciata che è riuscito ad ottenere consensi pari al Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando ma con molta meno dignità. I professori non sanno perdere e Michele Boldrin meno di tutti. I fatti sono noti. Oscar Giannino nei giorni scorsi si è attribuito titoli accademici e master che non ha mai avuto. Facile crocifiggerlo. Il bellissimo articolo di u giornalista intelligente come Francesco Merlo ci restituisce una immagine di Giannino equilibrata, quella cioé di un simpatico cialtrone peracottaro, un bugiardissimo di genio, Vi lasciamo alla lettura del suo pezzo e non abbiamo altro da aggiungere su di lui, che il tempo e l’oblio lo inghiottino e amen. Ma è sul gatto e la volpe del turboliberismo italiano, su Zingales e Boldrin che vorrei spendere l’ultima parola. Zingales si è già dimesso. Ha dimostrato indignazione verso ciò che tutti sapevano da due anni: che Giannino taroccava il suo curriculum. Lo sapeva ovviamente anche Zingales ma non importa. Lo sapeva benissimo anche Boldrin, perché il curriculum taroccato stava lì da due anni sul sito dell’Istituto Bruno Leoni altra entità compagna di merende di NosieFromAmerika. Ma Boldrin ha fatto la vergine nel postribolo per cercare di fare il golpe in una notte dei lunghi coltelli. Sulle macerie di un partitino con percentuale da sfigati ha gettato l’OPA ostile scrivendo una sua involuta comunicazione. Che voleva Boldrin? Voleva impossessarsi delle macerie fumanti di quel che rimane della demenziale scommessa di “Fare per fermare il declino”. Insomma voleva le ossa spolpate del movimento. L’Huffington Post stasera da un esaustivo conto della miserabile operazione di conquista delle tombe tentata da Boldrin. Leggetevela risparmiandomi la fatica di ripercorrerla, anche perché mi fa un po’ schifo. Io sono convinto che i fondatori di questa risibile armata brancaleone sapessero benissimo delle debolezze di Giannino, dei sui currricula taroccati e di quant’altro. Hanno giocato la loro partita: se ottenevano un risultato passabile erano sugli scudi, in caso di sconfitta scippavano il movimento. Non gli è riuscita né l’una né l’altra opzione. E’ un piacer evedere questa gente fare seppuku. Da domani parleremo d’altro.

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Il voto impossibile: il “nuovo” che è avanzato

16 sabato Feb 2013

Posted by Ars Longa in Economia, Politica italiana

≈ 1 Commento

Tag

Alberto Bisin, Casaleggio, Casini, Civiltà rurale, Fermare il Declino, Futuro e Libertà per l'Italia, Giannino, Grande Sud, Grillo, Ingroia, Italia Unita basta tasse, Luca Cordero di Montezemolo, MIR, Movimento Cinque Stelle, NoiseFromAmerika, Partito Pensionati, Rialzati Abruzzo, Rivoluzione Civile, Scientology, Staminali d'Italia, Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, Zingales

Il voto che tra una decina di giorni scarsi ci chiederanno di dare è probabilmente l’impresa più dura che si chiede all’elettore italiano. Tutto ciò che sa di vecchio ci spinge alla fuga, il nuovo è improponibile.

Cominciamo dal nuovo. Grillo. Io, personalmente e non pretendo condivisioni, non trovo nulla di serio nel Movimento 5 Stelle. Non trovo serio Grillo, non trovo serio il suo guru, il perito informatico con una serie di fallimenti aziendali Casaleggio, non trovo seri i candidati. Il punto è che c’è una assenza assoluta di uno straccio di programma. Le soluzioni economiche sono una accozzaglia di stupidaggini e l’intero movimento mi fa pensare a Scientology più che ad un partito. Ho seguito le vicende delle due città amministrate dal M5S. ossia Parma e Mira, nel veneziano, e devo dire che le cronache mi trasmettono una idea di confusione e incapacità.

“Fermare il declino”, del supposto economista Giannino spalleggiato dai suoi sodali Bisin e Zingales è una piccola furbata. A prescindere dalle idee neoliberiste (intorno alle quali il mio pensiero è chiaro) l’intero baraccone messo su dal gruppo di NoiseFromAmerika si veste di nuovo con una mentalità vecchia. E questa mentalità è una semplice caccia alle poltrone. Giannino e soci non sono confluiti nell’alveo di Monti perché il “porcellum” offre insperate possibilità. Non è molto noto agli elettori che il 2% apre le porte del parlamento. Ma se anche non si dovesse raggiungere questa percentuale basta anche meno perché viene ripescato il “miglior perdente” di ogni coalizione. Insomma i bianchi e puri cavalieri di NoiseFromAmerika che avevano ripetutamente detto di non voler mai e poi mai candidarsi in politica ci hanno opportunamente ripensato. Il loro striminzito programma è cos’ vago da sembrare una giornata di nebbia a Rovigo, le loro intenzioni sono quelle di non allearsi con nessuno. Insomma un voto che, anche ad essere neoliberisti, sarebbe l’atto più inutile mai infilato nell’urna. Ovviamente non li sottovaluto. Hanno una serie di amicizie trasversali, un esempio per tutti è il fatto che uno di loro Alessandro De Nicola tiene una rubrichetta su L’Espresso di ortodossia scalfariana e debenedettiana. Zingales e Bisin fanno le madonne pellegrine un po’ ovunque. Probabilmente, ahimé, nei prossimi anni cresceranno.

Altrra novità con odore di vecchio è “Rivoluzione Civile” di Ingroia. Il vecchio è dato da quell’accozzaglia di reduci ed esperti del fallimento politico che lo sostengono. Di Pietro, il cui movimento è letteralmente sparito, distrutto da un servizio della Gabbanelli. Diliberto e Ferraro, fulgidi esempi di una retorica barricadera. Consiglio di votarlo ai vegani irriducibili, a quelli che hanno il busto di Stalin in salotto, ai nostalgici di Che Guevara et similia. Quanto al programma, non se ne vede traccia e quel poco che c’è è tanto ridicolo in campo economico quanto fuori da ogni contatto con la realtà. Alcuni giorni fa questo movimento è riuscito a polemizzare con il Festival di Sanremo perché alla manifestazione canora è presente una modella israeliana e d è stato fatto gorgheggiare un cantante della stessa nazionalità. Un comunicato stampa del PDCI tuonava contro queste presenze “sioniste”. Apprezzo sempre chi sa coprirsi di ridicolo ma il ridicolo mi impedisce di dare il mio voto. Se poi a guidare questo “nuovo” movimento c’è un signore come Ingroia la frittata è fatta. Il magistrato Ingroia si è limitato a mettersi in aspettativa dalla magistratura, non a dimettersi. Il che vuol dire che nel caso di sconfitta dovrebbe tornare a giudicare i cittadini. E, scusatemi, io giudico questo comportamento una miserabile furbata degna solo della peggiore tendenza a farsi con oculatezza il proprio tornaconto. In più mi perdonerete ma io credo che i generali se ne debbano stare nelle caserme e i magistrati nelle aule di giustizia. Né a giudici né a militari affiderei la politica. Sono allergico all’idea che questo disgraziato Paese possa essere salvato dalla magistratura perché non è successo nel 1992 e non succederà venti anni dopo.

Che dire del “nuovo” che appoggia Monti? E sto parlando dell’Unione dei Democratici Cristiani e di Centro e Futuro e Libertà per l’Italia, di Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo. Su Casini lasciatemi non dire nulla, non ricordo da quanti lustri l’inossidabile politico siede in Parlamento, stesso discorso vale per Fini mentre su Luca Cordero di Montezemolo mi pare di aver scritto qualcosa anni addietro: il mio giudizio non cambia.

Poi c’è una accozzaglia, una sorta di indecente armata brancaleone di piccoli movimenti attestati alle spalle del Nonno Sporcaccione. I Moderati Italiani in Rivoluzione (MIR), il Grande Sud,  Movimento per le Autonomie, Intesa Popolare, il Partito Pensionati, i Popolari di Italia Domani, i Liberi per un’Italia equa, l’Italia Unita-Basta Tasse, Fratelli d’Italia, etc. mi basta darvi l’elenco. Se c’è qualcuno che sente in qualcuna di queste schegge un sentore di rinnovamento me lo dica e mi spieghi perché. Non assicuro un premio ma tutta la mia stupita attenzione. Il sospetto è che tutta questa gentre abbia voluto semplicemente differenziare in apparenza l’offerta politica di un centro destra spappolato, reduce dal suo suicidio politico.

Ma se proprio volessimo farci del male potremmo scegliere tra un caos di liste improbabili. Ce n’è per tutti i gusti: Eudonna, quattro partiti comunisti/marxisti, tre neofascisti, c’è persino “Rialzati Abruzzo” o “Staminali d’Italia”. Un paio di movimenti indipendentisti veneti (potevano mancare?), e volendo non farsi mancare nulla Civiltà rurale che, azzardo, probabilmente si ricollega alle origini contadine del Belpaese o a qualche movimento per il rilancio degli agriturismi. Non ho trovato da nessuna parte il loro programma, perciò chiedo scusa ai militanti eventuali.

La maggior parte di questa gente sembra aver fondato un partito perché con questa legge è comunque un buon investimento. Mi pare di ricordare che a certe condizioni scattino persino dei rimborsi. Motivi ideali ne vedo pochi, chiarezza men che meno. Questo è il nuovo. Per Bersani, Vendola, Monti, Berlusconi mi riservo il prossimo post.

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